Bruxelles – Quali sarebbero le conseguenze di una fuoriuscita da Schengen per l’economia francese? Secondo quanto calcolato da un team di esperti dell’organismo consultivo del governo “France Stratégie”, le perdite per Parigi in caso di un ripristino delle frontiere ammonterebbero a 1 o 2 miliardi di euro all’anno nel breve periodo e ben dieci miliardi di euro all’anno nel lungo. Da quanto emerge dal report, i settori nei quali le ripercussioni economiche si avvertirebbero maggiormente sarebbero soprattutto il turismo, il lavoro transfrontaliero, i trasporti e il commercio. Nello specifico, le perdite derivanti dal calo del turismo sarebbero tra i 500 milioni e il miliardo di euro all’anno, mentre la riduzione degli spostamenti transfrontalieri (che coinvolgerebbe tra i 5mila e i 10mila lavoratori) avrebbe un costo compreso tra i 150 e i 300 milioni, senza contare l’impatto sul fattore disoccupazione.
Sul fronte commerciale, l’uscita da Schengen causerebbe una flessione pari a 62 milioni di euro l’anno in caso di controlli sporadici alla frontiere, ma si potrebbe arrivare fino ad una perdita pari al doppio (124 milioni) nell’eventualità di controlli frequenti. Se già così le cifre sono tutt’altro che irrisorie, il quadro peggiorerebbe notevolmente nel medio e lungo periodo. Infatti, rilevano gli autori dello studio, il “Pil sarebbe diminuito dello 0,50% nel 2025 cioè quasi 13 miliardi euro costanti e il costo per lo spazio Schengen sarebbe dello 0,79% per cento del Pil totale, equivalente ad una perdita netta di oltre 110 miliardi di euro”.
Negli ultimi mesi, per far fronte all’eccezionalità della situazione relativa ai flussi migratori, sei Stati europei tra cui la Francia hanno reintrodotto i controlli alle frontiere. La scorsa settimana i Ventotto hanno chiesto alla Commissione di avviare una procedura per poter estendere fino a 2 anni la possibilità di ristabilire i controlli alle frontiere interne di Schengen, di norma limitata ad un massimo di sei mesi.