Bruxelles – Il Parlamento europeo ha chiesto, nelle raccomandazioni approvate oggi, che i negoziati in corso sull’Accordo sugli scambi di servizi (TiSA) tra Paesi che rappresentano il 70% del commercio globale nel settore servizi, si concludano con un accordo che faciliti l’accesso delle imprese Ue ai mercati internazionali, ma che non forzi l’Ue, le autorità nazionali e locali ad aprire i servizi pubblici alla concorrenza, ovvero non limiti il loro diritto di regolamentare nell’interesse pubblico.
Per la relatrice Viviane Reding (Ppe, LU) “il voto di oggi rappresenta una svolta. Sono orgogliosa di aver raccolto un ampio sostegno tra i vari schieramenti politici per cambiare l’orientamento della politica commerciale Ue, nell’interesse delle imprese UE così come dei consumatori”.
Il Parlamento ha sostenuto la risoluzione con 532 voti favorevoli, 131 contrari e 36 astensioni. Alessia Mosca, europarlamentare Pd e membro della commissione Commercio Internazionale, spiega che “siamo ben consapevoli della necessità di una modernizzazione dell’accordo sul commercio dei servizi, dato che quello attualmente in vigore risale all’era pre-internet, nel 1995. Il mercato dei servizi impiega quasi il 70% dei lavoratori europei, a cui dobbiamo garantire tutele e diritti”.
“Proprio per tutelare cittadini e consumatori il Parlamento europeo ha oggi approvato una relazione in cui esplicita richieste e linee rosse di cui la Commissione europea dovrà tenere conto nel proseguimento dei negoziati – spiega Mosca -: primi tra tutti, l’esclusione dei servizi pubblici dall’accordo, la tutela dei dati personali e la più ampia trasparenza possibile nelle prossime fasi dei negoziati”.
I negoziati per l’Accordo sugli scambi di servizi, iniziati nell’aprile 2013, aiutano a stabilire requisiti minimi globali per il commercio in settori come quelli dei servizi finanziari, digitali e dei trasporti. I partecipanti includono 23 membri dell’OMC, che insieme rappresentano il 70% del commercio globale nel settore servizi.
Reding rivendica che “dopo due anni passati a osservare le trattative TiSA e a prestare attenzione alle preoccupazioni dei cittadini, il Parlamento è ora seduto al tavolo dei negoziati. Ieri, la Commissione europea aveva un assegno in bianco. Oggi, è vincolata a un chiaro mandato parlamentare. Se le nostre raccomandazioni saranno rispettate, allora TiSA garantirà più diritti ai nostri cittadini in Europa e rimuoverà alcuni ostacoli per le nostre società all’estero. In caso contrario, il Parlamento non esiterà a porre il veto a quest’accordo”.
“Oggi il Parlamento Europeo, pur migliorando il testo con l’approvazione di nostri ed altri emendamenti, rinnovato il mandato alla Commissione Ue di negoziare questo Trattato, meno conosciuto al pubblico del TTIP, ma ugualmente pericoloso per i cittadini e i lavoratori. Noi – dichiara Eleonora Forenza, eurodeputata de L’Altra Europa con Tsipras – come GUE/NGL abbiamo votato contro la risoluzione perché questo trattato, che coinvolge oltre 50 stati, di fatto promuove un processo di deregolamentazione, privatizzazione e trasformazione in mercato di servizi pubblici fondamentali come istruzione e sanità. Continueremo a dare battaglia, dentro e fuori le aule del Parlamento, perché venga fermato”.
“Linee blu”
Per proteggere le imprese europee da una concorrenza sleale all’estero, i deputati chiedono ai negoziatori Ue:
– reciprocità nell’accesso al mercato, poiché i servizi Ue sono già aperti alla concorrenza straniera rispetto a quelli dei suoi partner. In particolare, l’accesso dovrebbe essere ricercato negli appalti pubblici internazionali, nelle telecomunicazioni, nei trasporti e nei servizi finanziari e digitali;
– di arginare le pratiche restrittive dei Paesi terzi nei confronti delle società Ue, come la localizzazione forzata dei dati o le limitazioni alla presenza di capitali stranieri;
– meno procedure burocratiche per le Pmi, che sono prive di risorse umane e finanziarie necessarie per farsi strada tra le norme del commercio internazionale.
“Linee rosse”
Inoltre, i deputati hanno stabilito delle aree che devono essere escluse dai negoziati:
– i servizi pubblici Ue, come l’istruzione, la sanità, i servizi sociali, il sistema di sicurezza sociale e i servizi audiovisivi,
– la protezione dei dati dei cittadini Ue deve essere aggiornata agli standard attuali e futuri,
– l’Ue dovrebbe accettare solo i lavoratori stranieri altamente qualificati, sotto contratto e per un periodo di tempo strettamente limitato, e
– il diritto dell’Ue, dei legislatori nazionali e locali di legiferare nell’interesse pubblico deve essere protetto adeguatamente, poiché dovrebbero avere il diritto di cambiare idea e, se lo desiderano, rinazionalizzare i servizi che sono stati precedentemente aperti alla concorrenza privata.
– includere una clausola di revisione che renda consenta ad una parte di recedere dall’accordo oppure di sospendere gli impegni sulla liberalizzazione di un servizio, in caso di violazione delle norme del lavoro e di quelle sociali.
Più diritti per i consumatori all’estero
I deputati chiedono tutele e più informazioni per i consumatori Ue che viaggiano e usano i servizi all’estero, ad esempio con riferimento alle tariffe di roaming, alle commissioni di pagamento delle carte di credito, e alla protezione contro spam e pratiche di geoblocking.
Includere la Cina
I deputati sostengono la richiesta della Cina di aderire ai negoziati e cercano di assicurare una futura “multilateralizzazione” dell’accordo.
Più trasparenza
La Commissione europea dovrebbe fornire schede informative per il pubblico, spiegando ogni parte dell’accordo, e pubblicare anche resoconti fattuali per ogni ciclo di negoziazione sul sito web Europa.