Bruxelles – In tutta Europa stiamo assistendo ad un fenomeno migratorio di dimensioni epocali, e per i minorenni che raggiungono l’Unione europea i problemi non sono finiti, anzi spesso devono ancora iniziare, sostiene la Fra, l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali. Secondo il report ufficiale pubblicato dall’ente Ue, ad esempio in Austria “il numero di bambini non accompagnati è in aumento”, e vi sono 4.000 richiedenti asilo dei quali più della metà sono bambini che non ricevono cure sufficienti perché le strutture che dovrebbero tutelarli non sono efficienti.
I bambini sono anche vittime, come gli adulti, ma più deboli, di altre carenze, che alle volte sono giudicate eccessive. Ad esempio l’organizzazione non governativa Medici senza frontiere (Msf) è stata costretta a ritirarsi dal centro di accoglienza situato a Pozzallo in Sicilia, perché la struttura presente nell’isola italiana non presentava condizioni adeguate al suo funzionamento. Anche in Svezia le condizioni sanitarie sono molto critiche per tanti centri d’emergenza, così come alla stazione ferroviaria di Dobova, in Slovenia, dove i migranti (1.000 per ogni treno) non hanno accesso ai servizi igienici per diverse ore. Ultimo, ma non meno importante, evento riguarda quello che è successo all’aeroporto Tempelhof di Berlino, quando migliaia di richiedenti asilo hanno dovuto aspettare per intere settimane nella hall senza la possibilità di lavarsi, a causa della mancanza di docce.
In Germania lo screening di vulnerabilità viene svolto dopo lungo tempo e in Svezia “lo si fa sommariamente”, il che “limita l’identificazione delle persone più deboli”.
Alla luce di quello che sta accadendo, la Fra sottolinea come i bambini siano la fascia più debole e indifesa, con casi estremi come quello ammesso dalla polizia svedese: circa il 25% dei migranti minorenni non accompagnati spariscono dalle loro abitazioni una volta arrivati nel paese. Le cause posso essere attribuite ai continui ritardi sulla nomina dei tutori per i bambini senza genitori, fenomeno molto comune in Austria, Slovenia, e Svezia. Altri esempi che la Fra riporta nella sua relazione sono relativi alla richiesta di firma di documenti riguardanti le procedure legali applicabili, offerti ai minori in una lingua a loro sconosciuta. I bambini, evidentemente in questo modo non possono comprendere quello che gli sta capitando, e quello che sarà di loro. In Croazia numerose testimonianze riportate dall’Agenzia affermano che i bambini sono lasciati piangere soli per ore prima di essere tratti in salvo dai traduttori della Croce rossa, ed in Bulgaria i minori richiedenti asilo continuano ad essere al di fuori del sistema d’istruzione scolastica, così come in Germania dove, nei casi più fortunati, devono attendere mesi prima di essere inseriti in una struttura educativa.
La Fra conclude quindi sostenendo che l’accettazione sociale dei rifugiati tra la popolazione residente è in continua diminuzione in Austria, Bulgaria, Ungheria, Germania e Svezia. Episodi di razzismo e crimini causati dalla xenofobia stanno aumentando soprattutto negli ultimi due paesi elencati, la Svezia ha introdotto i controlli di frontiera (sia terrestri che marittimi), chiedendo alle aziende di trasporti la verifica dei documenti d’identità ai passeggeri, mentre in Germania i tribunali sono di fronte ad un gran numero di casi di traffico di esseri umani.