La candidata di Sel in Europa: “All’estero valutata per il Cv, non ho avuto bisogno di padrini”
Da due anni lavora per Amnesty: “Voglio farmi portavoce dei diritti di donne e migranti”
Se c’è qualcuno che può rappresentare la “cittadinanza europea” quella è sicuramente Anneliese Baldaccini. Candidata alla Camera nella circoscrizione europa per Sinistra e Libertà, è nata in Germania da genitori italiani, da ragazza ha studiato in Italia e ha perfezionato la sua preparazione nel Regno Unito, da due anni vive e lavora in Belgio come responsabile del settore Asilo e Immigrazione di Amnesty International Europa. “Vivendo all’estero si sviluppa una visione più ampia di quella di quella che si può avere restando all’interno dei propri confini nazionali. In Italia trovo ancora troppo atteggiamenti di chiusura soprattutto rispetto alla visione dell’immigrato e della donna, visioni svilenti che dobbiamo combattere” afferma
Quanto tempo ha passato all’estero?
“Sono ormai 15 anni. Lavoro nell’ambito di diritti umani. Prima di approdare ad Amnesty mi sono qualificata con un master sull’argomento in Inghilterra dove poi ho lavorato nel Parlamento come consulente della commissione per Politiche europee, e nel ministero degli Esteri come consulente sui diritti umani, in ambito accademico”.
Non ha trovato difficoltà nell’accesso al mondo del lavoro?
“Al contrario, ho fatto esperienze lavorative qualificate solo sulla base della presentazione del curriculum, sono stata valutata in base alle competenze e al di là della cittadinanza e del sesso. In Inghilterra e in Belgio ho potuto concorrere a posizioni importanti sulla base del merito e in maniera assolutamente trasparente. Non mi è mai stato necessario avere agganci o referenti”.
E l’idea della candidatura come è maturata?
“Ho partecipato a tutte le battaglie che sono state intraprese da Sel in Belgio, quelle referendarie e le le primarie. Quando mi è stato chiesto se volessi candidarmi ho trovato difficile sottrarmi perché sento una fortissima responsabilità di contribuire a un cambiamento. Ho sofferto molto l’immagine degradata del Paese che stavamo dando negli ultimi anni e così ho voluto combattere questo senso di impotenza che sentivo. In Belgio io rappresenterò la nuova immigrazione mentre Rocco Falci sarà l’esponente dell’immigrazione storica. Intendiamo riunire queste due realtà presenti in diversi Paesi e che però spesso tra di loro non sono capaci di comunicare”
C’è chi critica la vostra alleanza con il Pd, che potrebbe portare anche un accordo con Monti al Governo
“Secondo me è il momento di spendere la nostra forza elettorale per cambiare qualcosa adesso. Per questo ritengo giusta la scelta di allearci con i Democratici piuttosto che andare da soli per aspirare a fare l’opposizione al centrosinistra. È chiaro che noi adesso speriamo di riuscire ad avere un risultato tale che ci permetterà di avere l’autosufficienza alla Camera e al Senato. Come Sel poi cercheremo di avere un peso nelle politiche del centrosinistra e condizionarle nel senso a cui aspiriamo”.
Lei personalmente invece che contributo chiede di poter portare?
“Anche sulla base delle competenze specifiche, che ho maturato con le mie esperienze professionali, sono sensibile ai temi dei diritti, soprattutto di donne e migranti. Innanzitutto mi faccio portavoce dei diritti di genere, bisogna lavorare alla formazione di rappresentanze politiche in cui le decisioni vengono prese in modo partecipato. Vorrei far notare che Sel è l’unico partito nella circoscrizione europea ad avere in lista il 50% di donne. Questo per noi è un mantenimento di una promessa”.
Un segno che oltre i confini le cose sono più semplici e naturali?
“Beh, bisogna dire che Sel anche in Italia ha una percentuale del 40% di donne nelle liste. Insomma abbiamo lavorato anche lì per avere delle liste paritarie. È stato una prova che del fatto che se si vuole si può fare”
E invece in Parlamento, se vincerete, cosa pensa che bisognerebbe fare?
“Bisogna incentivare la partecipazione femminile al mercato del lavoro e chiudere il divario di retribuzione tra i generi nonché lavorare su altri diritti che toccano a fondo la vita delle donne come la legge sulla gravidanza”.
E riguardo agli immigrati?
“Ci vuole una nuova legge sulla cittadinanza che assicuri tempi più brevi per il suo ottenimento, una cittadinanza che deve essere assicurata ai bambini che nascono in Italia. Ci vuole poi un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, e il diritto di voto alle elezioni amministrative per chi lo ha ottenuto”
Come qui in Belgio?
“Per l’appunto, anche questa fa parte delle esperienze di vita all’estero che si ha l’obbligo di trasporre in Italia. Mi faccio poi pienamente portavoce dei nuovi diritti, come la parità di trattamento per le coppie omosessuali”.
E per chi come lei decide di lasciare il nostro Paese, spesso per necessità più che per volontà?
“La tematica dei giovani costretti a lasciare l’Italia è un campo estremamente doloroso. Sono persone che vengono formate ma che non riescono a collocarsi nel mondo del lavoro, mentre all’estero trovano strutture decenti e le giuste condizioni. Bisogna creare queste prospettive anche in Italia, puntando su istruzione e ricerca”.
Tra i nostri connazionali di prima emigrazione il tema centrale sembra essere la mancanza di servizi
“Bisogna miglioramento rete consolare all’estero. In Belgio è stato chiuso il consolato a Liegi, una città in cui vivono 70mila cittadini italiani. Sono stati soppressi i corsi di lingua e cultura che invece vanno ristabiliti. Dobbiamo invertire la tendenza allo smantellamento di questi servizi”.
Alfonso Bianchi
Per saperne di più:
– Il sito di Anneliese Baldaccini