Bruxelles – In questo momento “l’atmosfera tra l’Italia e la Commissione europea non è delle migliori” e la responsabilità è di Matteo Renzi che continua a “insultare la Commissione” ad ogni occasione. È un attacco durissimo quello sferrato dal presidente dell’esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker nei confronti del premier italiano. “Esito ad esprimermi con lo stesso vigore con cui lui si rivolge a me perché questo non aiuta sempre le cose”, premette il presidente della Commissione europea durante la sua conferenza stampa di inizio anno a Bruxelles, però visibilmente non vede l’ora di togliersi parecchi sassolini dalla scarpa: “Stimo Renzi, ma ha torto a vilipende e criticare la Commissione ogni volta che può e non capisco perché lo faccia. Già da troppo tempo ho lasciato il teatro della politica interna e non so i riflessi che ci possono essere internamente, ma l’Italia non dovrebbe criticare troppo”, chiarisce Juncker. Tanto più che il Paese sta ricevendo un trattamento di favore: “Abbiamo introdotto una flessibilità accresciuta contro la volontà di alcuni Stati membri e l’Italia approfitta di tutte le flessibilità”, ricorda.
E già che è in argomento, il presidente della Commissione tiene a chiarire a chi si debbano imputare i meriti per questa maggiore elasticità nella valutazione dei bilanci: “Mi ha molto sorpreso alla fine della presidenza italiana che Renzi abbia detto di essere stato lui a introdurre la flessibilità: sono stato io, non lui, con il suo accordo, ma sono stato io”, scandisce Juncker chiarendo: “Vorrei che su questo punto ci attenessimo alla realtà e alla verità”, che secondo il presidente della Commissione è che nel venire incontro all’Italia “sono stato aiutato da persone che parlano lingue del Nor Europa piuttosto che del Sud”. Insomma basta “insultare la Commissione”, chiede Juncker senza più preoccuparsi di nascondere il disappunto. Normalmente, avverte Renzi, “tengo la mia irritazione, che è grande, in tasca ma non pensino che io sia naif, non lo sono affatto”.
Tra i motivi di scontro anche le perplessità italiane sui tre miliardi di euro che l’Ue si è impegnata a mettere a disposizione della Turchia in cambio di un aiuto nella gestione della crisi dei rifugiati: “Le riserve dell’Italia in materia di cofinanziamento per i rifugiati siriani in Turchia sono sorprendenti”, riprende anche su questo punto Juncker: “Francamente – dice – non riesco a capire, ma questi tre miliardi sono necessari alla Turchia” e “arrivare a questa somma è una questione di credibilità per l’Ue”. Su questa e su tutte le altre questioni aperte, il presidente della Commissione vuole comunque discutere di persona con il presidente del Consiglio italiano. “Renzi si lamenta sempre che non sono ancora andato in Italia dall’inizio del mandato”, dice, annunciando: “A fine febbraio sarò in Italia perché mi devo occupare di questo problema”.