Bruxelles – “Non comprendo”. Il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici non capisce il perché dell’atteggiamento aggressivo del governo italiano verso Bruxelles, dato che l’Italia, dice, sulla flessibilità “non è il Paese che beneficia di meno dell’aiuto dell’Europa”.
Lo dice in un’intervista concessa a Marco Zatterin, de La Stampa. E’ contento dell’atteggiamento duro nei confronti dell’Europa che ha caratterizzato l’Italia nelle ultime settimane? Chiede l’intervistatore. “Non comprendo mai perché – risponde il commissario – … Vede, noi sappiamo che l’Italia non è il paese che beneficia di meno dell’aiuto dell’Europa. Può ottenere la clausola sugli investimenti o delle riforme strutturali e, nonostante tutto, critica. E dice ‘non abbiamo abbastanza’ quando hanno più di chiunque altro. Va bene dal punto di vista della retorica, non della realtà. La Commissione ama l’Italia. Apprezza e sostiene le riforme. Ed è aperta alla flessibilità, a condizione che i fatti permettano di accedervi”. Moscovici dice di cercare “di ragionare” e che “dal punto di vista politico, il dialogo è sempre franco e amichevole, con Padoan come con Matteo Renzi. Sono due politici con cui è piacevole parlare, e dico sul serio”. Però? “Però ciò non toglie che, per esperienza personale come parlamentare, eurodeputato, ministro e ora commissario europeo – risponde il commissario – ho sempre considerato che un atteggiamento di cooperazione e compromesso sia più efficace del conflitto”.
Entrando nello specifico delle richieste, anche italiane, di “sconti” che compensino il costo della sicurezza Moscovici dice che “nessuna nuova spesa per la sicurezza mi pare tale da sconvolgere l’andamento dei conti e il quadro macroeconomico. Non bastano a capovolgere la logica del Patto di stabilità”, dunque “anche utilizzando tutta la flessibilità possibile non renderemo la politica di bilancio espansiva. La flessibilità è per definizione un elemento marginale. Non cambia i giochi. Il Patto di stabilità non è morto grazie alla flessibilità. Ma la regola resta la regola. Io devo farla rispettare”.
Roma, ricorda Zatterin, domanda uno sconto di 0.2 punti di pil alla voce migranti e sicurezza. Che farete? “La Commissione esaminerà la questione ‘ex post’ e caso per caso nell’ambito del Patto di Stabilità – spiega Moscovici -. E’ una possibilità, non un’alternativa al rispetto delle regole. Nell’insieme dell’Eurozona non sarà certo la flessibilità a cambiare la tendenza dell’economia”. Il commissario sottolinea poi che “l’Italia è il solo paese dell’Eurozona che ha domandato più tipi di flessibilità. Non la clausola congiunturale, perché – fortunatamente – nel paese c’è la crescita, ma quella per gli investimenti e quella strutturale. Quest’ultima non è una novità perché avevamo già concesso 0,4 punti di margine. La prima può essere ottenuta, basta dimostrare che gli investimenti sono stati tali da giustificare la flessibilità aggiuntiva dello 0,3 auspicata”. Per questo serve un piano di investimenti “assolutamente” chiaro, e poi “valuteremo il caso italiano di qui alla primavera. La proposta di decisione al Consiglio verrà su argomentazioni oggettive, sia qualitative che quantitative”.