Dopo i candidati di Pd e Pdl ecco l’intervista a Francesco Attademo, il giovane candidato alla Camera dei Deputati del Movimento 5 Stelle per la Circoscrizione Europa (italiani residenti all’estero).
La vostra campagna elettorale si sta svolgendo con modalità particolari, come sta andando all’estero?
Esattamente come sta avvenendo in Italia anche oltreconfine stiamo conducendo una campagna elettorale a costo zero, che punta al contatto diretto con gli elettori tramite i meeting nelle piazze. Ciò vuol dire che non percepiamo nessun tipo di finanziamento pubblico o di rimborso secondo le modalità tradizionali del fare politica, ma ci autofinanziamo: io, ad esempio, non ho fatto stampare nemmeno inutili volantini perché fa parte di un modo tradizionale di fare propaganda politica, che non condivido e che non sarebbe in linea con la filosofia del movimento. Per rimanere in contatto con gli attivisti preferiamo, invece, usare i social network e organizzare serate ed eventi tramite il “Meetup”, la piattaforma che aggrega tutti coloro che si riconoscono negli obiettivi del M5S e che risiedono sullo stesso territorio. Il tutto per dimostrare che è possibile fare politica a costo zero e comunque senza soldi pubblici.
Una campagna elettorale condotta, quindi, solo con donazioni di privati. Ma chi sono i finanziatori dello Tsunami Tour che sta attraversando le piazze d’Italia?
Sono sostenitori che credono nel M5S e i cui nomi saranno resi noti in un secondo tempo se loro lo vorranno e rispettando tutte le leggi sulla privacy. Attraverso il portale abbiamo raccolto 400.000 euro in donazioni che utilizziamo per finanziare il Tour: non grandi numeri ma piccole donazioni pro capite.
Quello del vostro movimento viene definito un approccio populista e meno “politico” in senso tradizionale. È d’accordo?
“Populista” è una parola che non mi piace perché viene usata nei nostri confronti con un’accezione negativa. Si dice di un movimento demagogico, per indicare qualcuno che parla alla pancia delle persone senza fare proposte concrete. Noi invece le proposte le abbiamo eccome perché accogliamo quelle che vengono dalla gente e cerchiamo di portarle all’attenzione delle istituzioni e così faremo anche per l’Europa. Ma se “populista” vuol dire “vicini al popolo” allora va bene perché il nostro obiettivo è quello di implementare la partecipazione delle persone contro una struttura partitica che, come quella attuale, distanzia sempre più cittadini e politica. Comunque vedo, con gran sollievo, che viene usata sempre meno per apostrofarci; credo che si siano resi conto che facciamo proposte concrete. E poi, diciamoci la verità, c’è qualcuno che, promettendo di restituire i soldi dell’Imu, è molto più populista di noi…
Lei vive a Bruxelles da un paio d’anni e lavora come rappresentante e portavoce di M5S. Cosa può dirci della vostra posizione in Europa e sull’Europa?
La nostra idea condivisa è quella di utilizzare i referendum propositivi, dopo una debita campagna di informazione, come strumento di maggiore coinvolgimento dei cittadini anche nelle scelte europee. Ad esempio il referendum sull’euro sul quale Grillo torna spesso non chiede se la gente voglia uscire o meno dall’Unione europea, ma se sia giusto o meno mantenere la moneta unica. Noi non vogliamo imporre la nostra idea, ma utilizzare il referendum per dare alla gente la possibilità di scegliere qualunque cosa essi effettivamente scelgano.
Però su questo punto Beppe Grillo è stato chiaro, “per uscire dalla crisi bisogna uscire dall’Euro”…
Beh, questa è la sua personale opinione; una provocazione che mette in discussione la questione euro, ma l’obiettivo generale di M5S, che non si basa certo sull’idea di una persona sola, non è assolutamente quello di uscire dall’euro. Grillo, dicendo la sua, può al massimo condizionare l’esito del referendum, ma non decidere per gli italiani.
L’Agenda Monti comincia con un capitolo dedicato all’Ue, invece nel vostro programma politico ufficiale, sul sito del M5S, non compare nemmeno una volta la parola “Europa”… come mai?
Forse perché noi vorremmo un’altra Europa. Grillo parla di Unione europea sul suo blog, ma lo fa in maniera molto critica perché ciò che avviene nelle istituzioni è tendenzialmente poco trasparente e intelligibile. Noi vorremmo che i cittadini fossero più coinvolti e più responsabili nelle scelte dell’Unione europea che al momento fa riferimento ad una Commissione eletta da nessuno che prende decisioni per tutti: c’è qualcosa di poco democratico, non crede?
È a questo che si riferisce quando, sulla sua pagina web, definisce l’Europa come troppo neo – liberale e antidemocratica?
Sappiamo che al momento l’Unione europea è governata da un centro destra con ideali neo liberali che portano sempre più alla precarizzazione dei lavoratori. Noi vorremmo una maggiore presenza dello Stato nella “cosa pubblica” come acqua e scuola. Con più democratizzazione intendiamo la possibilità per i cittadini di operare scelte più partecipate nelle istituzioni dal momento che ad oggi i rappresentanti della comunità europea non sono eletti da nessuno e le scelte vengono fatte senza informare i cittadini. Ecco perché considero quello dell’Unione europea un meccanismo antidemocratico: perché non mette i cittadini in condizione di capire cosa sta succedendo e forse non li considera nemmeno all’altezza di capire.
Diciamo che non vi piace l’Europa allo stato attuale, ma non fate proposte…
Per noi l’Europa, al momento, non è una priorità e non ci consideriamo ancora sufficientemente maturi per fare proposte concrete su temi europei, ma abbiamo la buona volontà per iniziare a lavorarci, quello sì.
Beh, però al momento della chiusura dei sondaggi vi attribuivano 16 punti percentuali: è prevedibile che avrete una quota di rappresentanti in Europa. E allora dovrete iniziare a pensare a qualcosa…
Si, ma per ora siamo più presi dalla politica nazionale. Preferiamo investire qui le nostre energie perché le elezioni in Italia sono il nostro trampolino di lancio. Poi a seconda di come andrà penseremo all’Europa per la quale comunque si manterranno scelte coerenti con la filosofia di M5S e cercando sempre di fare il volere della gente.
Alcuni followers del blog di Beppe Grillo sostengono l’idea di presentare una formale richiesta al Governo italiano per fondare la Repubblica Federale degli Stati Uniti d’Europa. Lei cosa ne pensa?
Io personalmente penso che il percorso dell’Europa vada comunque sempre nella direzione di una Federazione di stati. Per me quella europeista è l’unica soluzione possibile, non si può tornare indietro. Che sia, poi, effettivamente una struttura federale poco importa, ma ciò ce conta è che si facciano gli interessi dei cittadini e non delle lobby. Lo chiarisco: io non sono contro l’Unione europea anche perché penso che solo l’unione di stati possa portarci fuori dalla crisi, ma abbiamo bisogno di poter decidere di più. Poi sull’Europa non c’è una posizione unanime all’interno del movimento, io ho una mia idea che non so quanto rispecchi quella del movimento.
Che sarebbe?
Sarebbe che prima che all’unione economico – monetaria bisognava pensare ad un’unione fiscale e ai diritti sociali. Tra paesi diversi ci sono troppe differenze in materie come ad esempio il Welfare e la tassazione. I diritti nell’unione devono essere equiparati e welfare e fiscalità devono venire ancor prima delle questioni monetarie.
E lei come candidato per la Circoscrizione Estero come si propone e cosa propone ai suoi possibili elettori?
Io mi interesso più alla natura pratica dei problemi percepiti dalle gente invece che alle grandi politiche astratte e lontane. Ad esempio mi occuperei della questione della chiusura dei consolati a causa della riduzione di fondi. Va bene modernizzare i servizi consolari aumentando l’informatizzazione come propongono alcuni, del resto noi nasciamo dalla rete e ne facciamo il nostro principale strumento, ma sappiamo anche che non tutti, come gli anziani, hanno le capacità e le conoscenze per accedervi. Così come bisogna prevedere l’implementazione di servizi per le persone che, a causa di difficoltà ambulatorie, hanno problemi a recarsi fisicamente agli uffici consolari. Abbiamo pensato ad esempio, a servizi di prossimità a domicilio previa prenotazione telefonica. O alla possibilità di tenere uno sportello aperto il sabato per venire incontro a chi lavora in settimana. E poi c’è il problema dei Comites, i comitati di rappresentanza degli italiani all’estero, lo sa che al momento sono illegittimi? Al loro interno ci sono persone che mantengono un mandato scaduto da quattro anni. Sarebbe dovuto durare un quinquennio, ma loro sono in carica da nove anni perché non ci sono state nuove elezioni e, invece di sciogliersi, hanno preferito mantenere la posizione. Ma la cosa peggiore è che molti di loro usano il loro mandato all’interno del Comites, una carica pubblica, quindi, che viene finanziata con i soldi dello Stato, per farsi campagna elettorale.
Ha avuto un’esperienza diretta?
Sì, un funzionario del Comites di una cittadina a pochi chilometri da Bruxelles mi ha fatto capire che avremmo potuto candidare uno di loro nella nostra lista europea. La contropartita sarebbe stata la loro “conoscenza del territorio”: in poche parole avrebbero offerto un bacino di voti. A me non sembra giusto che le istituzioni pubbliche, che dovrebbero essere organismi super partes e non schierate a favore dei candidati, vengano sfruttate per uso personale. in pratica noi, come Stato italiano, finanziamo persone che abusano in modo totalmente illegittimo della loro carica e della loro popolarità per candidarsi nelle liste e farsi campagna elettorale. Molti partiti accettano questo scambio, candidature vantaggiose per i voti, ma non noi.
Loredana Recchia