Strasburgo – La sicurezza, il controllo delle frontiere, sono competenze sovrane degli Stati, ma se qualcosa non funziona, se ci sono emergenze, se i governi non si dimostrano in grado di fare il loro dovere allora la Commissione europea deve intervenire. Per difendere i valori europei e per difendere conquiste come Schengen. E’ quel che ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker intervenendo questa mattina nell’Aula del Parlamento europeo a Strasburgo in un dibattito in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì.
“Naturalmente la sicurezza è una prerogativa nazionale, ma – ha detto Juncker – il coordinamento dell’Unione è fondamentale, anche per quanto riguarda i servizi di intelligence”. Le questioni migranti e terrorismo si intrecciano nelle recenti proposte della Commissione sul controllo delle frontiere. “La gestione dei nostri confini esterni deve essere una priorità, se da lì arriva una minaccia al nostro modus vivendi dobbiamo mettere in atto delle misure”, ha sottolineato il presidente della Commissione. Ieri l’esecutivo comunitario ha presentato una sua proposta, largamente condivisa nelle sue linee generali a quanto è emerso dal dibattito parlamentare di questa mattina, per la creazione di un’agenzia europea di controllo delle frontiere che sia in grado di sostituirsi ai controlli nazionali quando questi sono insufficienti. “La guardia di confine europea serve a riparare le debolezze di Schengen – ha detto Juncker -. Gli Stati manterranno la loro sovranità e le proprie competenze, ma questa guardia aiuterà ad intervenire quando necessario. Ma anche – ha sottolineato – se gli Stati non interverranno la Commissione europea prenderà lei la responsabilità, insieme agli Stati. Se c’è un problema non possiamo restare a guardare”.
Oltre all’intervento sulle frontiere Juncker ha detto che “è necessario accelerare le procedure di rimpatrio per chi non ha diritto a restare nell’Unione, e anche su questo ci saranno dei team dell’Ue per aiutare i governi”.
“Vogliamo difendere tutto quello che Schengen rappresenta – ha insistito il presidente della Commisisone – e per questo dovremo intensificare i controlli ai confini dell’Unione, e questo vuol dire sottoporre a esami di sicurezza chi entra e anche chi esce dall’Unione, è inevitabile”.
Secondo Juncker su fronte dell’accoglienza ai migranti “la situazione in Grecia e in Italia è migliorata, ma ci sono ancora molte cose da fare. I passi concreti sono troppo lenti, gli Stati devono fare di più sul fronte dei ricollocamenti. Vanno anche accelerati i rimpatri, con accordi con i Paesi terzi”.
Gianni Pittella, capogruppo dei Socialisti & Democratici, nel suo intervento ha insistito proprio su questo aspetto: “Bene le guardie di frontiera europee – ha detto – ma si deve accelerare sulla ripartizione dei rifugiati, ora le cose non vanno bene, e sulla revisione di Dublino, facendo anche in modo di aumentare il numero di rifugiati che si possono accogliere”.