Bruxelles – Non piacciono affatto alla Commissione europea le modifiche alla legge sul diritto di asilo introdotte a luglio dall’Ungheria. Su diversi punti le nuove regole non rispettano i diritti dei migranti, lamenta Bruxelles che per questo ha deciso di aprire una procedura di infrazione, inviando a Budapest una lettera di messa in mora.
Le modifiche decise dal governo di Viktor Orban in contemporanea alla costruzione del muro di filo spinato per impedire l’accesso dei migranti, riguardano in particolare la velocizzazione delle procedure per analizzare le domande dei richiedenti asilo e per i rimpatri degli immigrati clandestini. Tra i provvedimenti più controversi quello sulla possibilità di rinviare i rifugiati verso Paesi terzi poco sicuri o la detenzione per i richiedenti asilo, compresi donne e bambini.
La legislazione ungherese in materia di asilo, protesta però Bruxelles, è su più punti incompatibile con il diritto dell’Unione europea. In particolare, la Commissione è preoccupata perché, per quanto riguarda la procedura di asilo, non è possibile presentare nuovi fatti e circostanze in caso di ricorsi e perché l’Ungheria non applica, in questi casi, nessuna sospensiva automatica costringendo così i richiedenti asilo ad abbandonare il proprio territorio anche mentre la procedura è ancora in corso. Ma la direttiva Ue, ricorda la Commissione “fissa regole chiare relative alla modalità di richiesta di asilo” e l’Ungheria non le sta rispettando.
Budapest non starebbe tenendo in conto i diritti dei migranti nemmeno per quanto riguarda il diritto all’interpretazione e alla traduzione. “La Commissione teme che la legislazione ungherese relativa alla procedura penale accelerata applicabile in caso di attraversamento non autorizzato delle frontiere non rispetti” la direttiva che garantisce che “qualsiasi indagato o imputato che non comprenda la lingua del procedimento possa beneficiare della traduzione scritta di tutti i documenti essenziali, incluso qualsiasi giudizio”.
Infine alla Commissione non piace che, secondo le nuove leggi ungheresi, nella revisione giudiziaria delle decisioni di rigetto delle domande di asilo, un’audizione del diretto interessato sia solo opzionale. Decisioni giudiziarie che manchino di indipendenza, ricorda Bruxelles, sono contrarie alla direttiva sulla procedura di asilo.
La Commissione, che aveva già avanzato queste perplessità in una lettera alle autorità ungheresi, ora attende una risposta entro due mesi oppure procederà con la seconda fase della procedura, il parere motivato. Continuano intanto i contatti bilaterali tra Budapest e Bruxelles, che vuole chiarimenti sulle altre questioni in sospeso.