Bruxelles – L’Unione europea deve urgentemente dare una definizione univoca del matrimonio come unione tra un uomo e una donna e della famiglia come nucleo costituito da padre, madre e figli. È la richiesta avanzata alla Commissione europea da un gruppo di cittadini che ha deciso di presentare una “iniziativa dei cittadini europei”, lo strumento che consente agli abitanti dei Ventotto di chiedere all’esecutivo Ue di intervenire in un determinato settore. I testi Ue, lamentano i sostenitori dell’iniziativa “Mum, dad & Kids”, menziona sempre più frequentemente la famiglia nei propri documenti, in alcuni casi arriva a “definirla” e il Parlamento europeo si occupa sempre più frequentemente della filiazione e dei “diritti riproduttivi”. Questo, sostengono, crea problemi, soprattutto alla luce della visioni divergenti sul concetto di famiglia nei diversi Stati europei e interpretare i testi Ue diventa sempre più difficile.
Per questo, esorta il gruppo di cittadini, “l’Ue ha un urgente bisogno di una definizione chiare e precisa del matrimonio e della famiglia”, e questa definizione “deve contribuire all’unità europea basandosi sul fondamento comune di tutti gli Stati membri, che riflette la realtà universale dell’umanità: un matrimonio tra uomo e donna e i legami tra padre, madre e figlio”.
Per il momento la Commissione europea ha ricevuto l’iniziativa e ha deciso di registrarla dopo avere verificato, come previsto, che “l’azione proposta non ricada manifestamente al di fuori del quadro dei poteri della Commissione di proporre un atto legale e che non sia manifestamente abusiva, frivola o vessatoria o contraria ai valori dell’Unione”. A partire dal 15 dicembre, quando avverrà la registrazione ufficiale dell’iniziativa, partirà la raccolta firme e se si arriverà a raccogliere almeno un milione di dichiarazioni di sostegno convalidate in almeno sette Stati membri, la Commissione sarà chiamata a intervenire o, in caso contrario, a spiegare perché ha deciso di non farlo.
Gli organizzatori dell’iniziativa, tra cui un’ungherese, uno slovacco, una svedese, un polacco, una croata, un britannico, due francesi e un portoghese (nessun italiano) sono già partiti alla caccia delle firme, convinti che in Europa “ci sono sicuramente molte persone che vedono chiaramente che privare coscientemente un bambino di un padre o di una madre, e probabilmente della parentela, è al contempo ingiusto e un’aberrazione” perché “il rispetto per il matrimonio tra un uomo e una donna e per i legami che uniscono padre, madre e figlio è essenziale”.