Bruxelles – L’Italia resta sotto la lente di Bruxelles per la crescita contenuta della produttività e l’alto livello di debito pubblico. È quanto si legge nel Relazione sul meccanismo di allerta, l’analisi sugli squilibri macroeconomici reali o potenziali pubblicata dalla Commissione europea nell’ambito del processo di sorveglianza macroeconomica dei Paesi. Secondo l’esecutivo comunitario la situazione dell’Italia “mette in evidenza una crescita della produttività contenuta, che frena le prospettive di crescita, il miglioramento della competitività, e che rende più difficile la riduzione del debito pubblico”. Per questo motivo Bruxelles continuerà a “esaminare ulteriormente la persistenza di rischi macroeconomici e a monitorare i progressi nella riduzione degli squilibri eccessivi”. “Attraverso le riforme, la riduzione del deficit e gli investimenti i problemi macroeconomici, il debito da una parte e problemi di competitività dall’altra, troveranno soluzione”, ha dichiarato Pierre Moscovici. Il commissario agli Affari economici ha spiegato che la Commissione vuole “che l’Italia, che è la terza economia della zona euro, continui la sua marcia in avanti verso la crescita e vogliamo che la ripresa si consolidi”, e in questo senso “salutiamo le riforme fatte e vogliamo che continuino e che gli investimenti riprendano in maniera forte”.
L’Italia insomma deve continuare con le riforme, ne deve fare di più e di portata maggiore. Nel suo documento l’esecutivo comunitario rileva che “le riforme strutturali volte a sbloccare il potenziale di crescita devono continuare o essere rafforzate, in particolare nei paesi di rilevanza sistemica come l’Italia e la Francia”. Per Bruxelles tali riforme si rendono imprescindibili in quanto “dovrebbero contribuire non solo a eliminare le strozzature di crescita, ma dovrebbero anche contribuire a sostenere la fiducia sulla sostenibilità di squilibri di bilancio in questi Paesi”.
“L’Italia mostra tendenze molto preoccupanti per quanto riguarda la situazione dei giovani nel mercato del lavoro”, afferma anche il documento che sottolinea che il nostro Paese ha un tasso di disoccupazione giovanile del 41%, come la Croazia e peggio solo di Spagna e Grecia. Nel rapporto congiunto si rilevano “sviluppi piuttosto problematici del tasso generale di disoccupazione e degli indicatori sociali”, e si avverte che l’Italia dovrà essere monitorata in quanto “”questi sviluppi possono diventare tendenze di lungo periodo”, e dunque problemi strutturali.