Bruxelles – La presunta mente degli attentati di Parigi, il belga Abdel Hamid Abaaoud, è morto nel blitz a Saint-Denis. Il suo corpo è stato formalmente identificato dalla polizia grazie all’esame delle impronte papillari. Il cadavere era stato ritrovato all’interno dell’edificio, crivellato di colpi, ma la sua identità non era stata immediatamente accertata. La polizia francese ha confermato anche che la kamikaze che si è fatta saltare in aria durante il blitz era sua cugina, Hasna Aitboulahcen, 26enne diventata la prima kamikaze a farsi saltare in aria in Europa.
Nel 2014, Abaaoud era apparso sui giornali belgi dopo avere preso suo fratello di 13 anni, Younes, per portarlo in Siria. Il loro padre, Omar Abaaoud, senza notizie sui suoi figli, aveva avvisato le autorità e si era costituito parte civile contro il maggiore.
Il suo ingresso nelle file dell’Isis risale a due anni fa. L’anno scorso era apparso per la prima volta in un video in cui guida un’automobile che trascinava dei corpi mutilati. All’inizio di quest’anno aveva rilasciato un’intervista al magazine dell’Isis Dabiq in cui si vantava di essere andato e venuto più volte fra il Belgio e la Siria. “Allah li ha resi ciechi e sono così riuscito a partire (dal Belgio, ndr) e venire in Siria, pur essendo ricercato da così tante agenzie di intelligence”, raccontava Abaaoud nell’intervista a Dabiq e facendosi beffe degli “infedeli resi ciechi da Allah” che non sono mai riusciti a identificarlo e fermarlo. Alla domanda sul perché era tornato in Belgio aveva spiegato di volere “portare il terrore tra i crociati che fanno la guerra ai musulmani”. In quell’intervista Abaaoud spiegava poi di come i suoi due compagni fossero stati uccisi in un raid della polizia belga e francese attuato con “più di 150 soldati”, in uno “scontro a fuoco durato più di 10 minuti”. L’episodio raccontato è probabilmente l’operazione del 15 gennaio, quando fu sgominata la cellula terroristica di Verviers, di cui proprio Abaaoud era considerato il leader.