Bruxelles – Bernardino Leòn, l’inviato delle Nazioni Unite in Libia, è accusato di aver violato “l’imparzialità richiesta dal suo incarico di pacificatore delle Nazioni Unite”, secondo quanto scritto dal Guardian. Stando ad alcune email riportate dal quotidiano britannico, Leòn avrebbe negoziato nel corso dell’estate – e quindi nel bel mezzo del suo incarico libico – un contratto da 50.000 dollari al mese con gli Emirati Arabi Uniti, uno stato coinvolto “per procura” in quella guerra in Libia che lo stesso Leòn era chiamato a pacificare (Abu Dhabi sostiene il governo riconosciuto internazionalmente di Tobruk contro quello islamista di Tripoli).
Secondo quanto riportato dal Guardian, Leòn aveva avviato già a giugno i contatti per il nuovo incarico, un ruolo da direttore generale per l’ “Accademia diplomatica” emiratina con il compito di promuovere la politica estera del Paese e addestrarne i diplomatici. A luglio, poi, avrebbe chiesto anche un aumento di compenso e, il mese successivo, il trasferimento ad Abu Dhabi.
Il diplomatico spagnolo ha respinto le accuse di imparzialità spiegando che “non vi è alcun conflitto di interessi” e che già il primo settembre aveva annunciato l’intenzione di lasciare il lavoro alle Nazioni Unite aggiungendo che “la difesa a questo tipo di attacchi è il mio lavoro”. Poi però il Guardian ha pubblicato altre email, risalenti a dicembre 2014 (ovvero 5 mesi dopo la nomina di Leòn a mediatore in Libia) nelle quali il diplomatico, in uno scambio di messaggi telematici con il ministro degli Esteri degli Emirati Abullah bin Zayed, spiegava di “non avere intenzione di lavorare a un piano politico che trattasse tutti gli attori sul campo come uguali”, aggiungendo di stare lavorando a una strategia per delegittimare il governo di Tripoli.
A queste accuse del giornale britannico, Leòn ha risposto con una mail dichiarando di avere fatto una “giusta proposta” per mettere fine al conflitto, senza favorire alcuna delle parti in gioco e di “aver fatto simili comunicazioni con gli altri paesi che supportavano altre fazione, nello stesso spirito”, assicurando cioè loro “che potevano contare su di me, dato che il mio lavoro è quello di costruire fiducia”.