Bruxelles – In Italia si rafforza la ripresa economica e la crescita aumenterà nel 2016 e 2017. Sono positive le previsioni d’autunno della Commissione europea che ha rivisto la crescita nel nostro Paese per il 2016 dall’1,4 all’1,5%, rispetto alle stime di maggio . Secondo l’esecutivo comunitario la ripresa sarà sostenuta da fattori esterni come l’euro debole, che favorisce le esportazioni, e il prezzo del petrolio che rimane basso favorendo l’abbassamento dei costi dell’energia, nonché da fattori interni come la domanda “in miglioramento”, che è in grado di “guidare” l’aumento del Pil il prossimo anno. Nel 2015, la crescita dovrebbe essere dello 0,9% rispetto allo 0,6% previsto sei mesi fa. Più ottimiste le stime del governo Renzi che parlano di una crescita dello 0,9% quest’anno e dell’1,6% l’anno prossimo.
“Ripresa autosufficiente” – In generale si tratta di una ripresa “sempre più autosufficiente” e “meno dipendente da fattori temporanei come indebolimento dell’euro, calo dei prezzi petroliferi e allentamento della politica monetaria della Bce”, ha affermato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, secondo cui “vi sono comunque i margini per un ulteriore miglioramento”. Dombrovskis ha incoraggia le riforme, plaudendo a quelle già fatte, e la riduzione del debito perché da ciò dipenderebbe “la prospettiva di crescita a medio termine dell’Italia”.
Flessibilità per le spese per i rifugiati – La Commissione prende nota che nella bozza di Legge di Stabilità per il 2016 le spese relative all’accoglienza dei migranti sono stimate dal governo intorno allo 0,2% del Pil, “leggermente superiore a quelle del 2014 e più del doppio di quelle degli anni 2011-13”. il governo spera di poter ottenere su questo 0,2% la flessibilità, ma il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, oggi non ha voluto commentare sulla possibilità che l’Italia la ottenga, limitandosi a ricordare che “sul tema nel suo discorso al parlamento europeo, il presidente Jean-Claude Juncker è stato molto preciso”. Nel suo intervento in Aula Juncker aveva affermato che la flessibilità ci sarà ma solo per spese dimostrabili e dopo un’analisi caso per caso.
Deficit – Positive anche le previsioni sul deficit che affermano che il nostro Paese rispetterà gli impegni del Patto di Stabilità e crescita. Il rapporto fra deficit e Pil si attesterà al 2,6% quest’anno, scenderà al 2,3% nel 2016 e ben all’1,6% nel 2017. Nelle stime di primavera, pubblicate lo scorso maggio, la Commissione Ue aveva previsto il 2% per l’anno il prossimo.
Debito – Per quanto riguarda il debito pubblico quest’anno toccherà il 133% del Pil per poi iniziare a scendere nel 2016 al 132,2% e nel 2017 al 130%. Anche qui le stime di primavera erano più ottimistiche e la Commissione aveva previsto che il debito pubblico salisse al 133,1% del Pil quest’anno per scendere al 130,6% il prossimo.
Disoccupazione – Sempre secondo Bruxelles il tasso di disoccupazione in Italia scenderà dal 12,2% quest’anno all’11,8% nel 2016 e all’11,6% nel 2017. Qui invece i dati sono in miglioramento rispetto alla primavera quando si parlava di disoccupazione ferma al 12,4% sia quest’anno che il prossimo.
Le previsioni Istat – Anche l’Istat ha diramato le proprie previsioni sull’economia Italiana. Il bollettino relativo al triennio 2015-2017 conferma le stime di crescita fatte dal governo per l’anno in corso, con il Pil che crescerà dello 0,9%. L’Istituto di statistica è invece più cauto dell’esecutivo riguardo al futuro, indicando un +1,4% nel 2016 contro il +1,6% indicato nella nota di aggiornamento al Def. Stesso incremento dell’1,4%, secondo l’Istat, si registrerà per il Prodotto interno lordo nel 2017. A favorire la crescita, indica il bollettino, è principalmente la ripresa della domanda interna, favorita sia da una maggiore fiducia degli italiani che dalle migliori condizioni del mercato del lavoro.
“Rischi ribasso” – A fronte del quadro positivo delineato, l’Istat mette però in guardia. Le previsioni sono soggette a possibili “rischi al ribasso, connessi a un eventuale rallentamento più pronunciato del commercio internazionale e all’impatto delle clausole di salvaguardia” che la legge di stabilità disegnata dal governo rinvia al 2017.
Segnali positivi sul fronte occupazione – Al di là delle nubi che andranno sciolte, per il momento continuano ad arrivare segnali positivi anche sul fronte occupazione. L’Istat prevede che le unità lavorative cresceranno dello 0,6% nel 2015, e manterranno il segno positivo nel 2016 (+0,9%) e nel 2017 (+0,7). Al contempo il tasso di disoccupazione calerà nell’arco dell’intero triennio, facendo registrare livelli pari al 12,1% nel 2015, 11,5% nel prossimo anno e 11,3% nel 2017. Di pari passo cresceranno i consumi, che quest’anno vedranno una espansione dello 0,8% e segneranno un +1,2% e un + 1,1% nei due anni successivi.
Investimenti – Infine, “per effetto delle misure di politica fiscale a favore delle imprese”, l’Istat si attende una ripresa degli investimenti, che per l’anno in corso cresceranno dell’1,1% e faranno segnare una decisa accelerazione negli anni successivi, con un +2,6% nel 2016 e +3% nel 2017.