I sondaggi non incoraggiano l’accordo preventivo, che il leader Pd aveva già annunciato
Il Monte dei Paschi elemento di pericolo, meglio prendere le distanze
Che succede al Monte dei Paschi di Siena? Che c’entra con le elezioni? Ma Monti e Bersani litigano su questo? Certo la crisi attorno alla più antica banca del mondo stupisce fuori dall’Italia, ma ancor più, oltre le vicende personali e penali dei dirigenti o ex come Mussari, o le accuse o meno che fosse la “banca del Pd”, quel che spaventa è che tra il leader del Pd e l’attuale premier il rapporto sembra guastato.
Bersani a Bruxelles è visto con un qualche ottimismo, ha un’aria affidabile, il suo recente tour tra i vertici istituzionali è stato un successo, ma insomma Mario Monti è ancora il preferito, intanto perché è un uomo di centro, probabilmente di centrodestra, come la maggioranza dei leader ora in carica tra in Ventisette, e poi perché si è deciso di costruire attorno a lui il salvataggio dell’Italia, e dunque se l’investimento fruttasse più a lungo che un solo anno sarebbe meglio. Dunque un’intesa tra i due, affermata dallo stesso Pierluigi Bersani qualche giorno fa, dava una certa tranquillità, era apprezzata. Invece da un paio di giorni quello che per Bruxelles era un incantesimo, si è rotto.
Ragioni oggettive e sondaggi sono alla base di questa “rottura”. La crisi del Monte deve avere un responsabile, uno su cui puntare il dito, prima ancora di avviare qualsiasi indagine. Il Pd naturalmente non ci sta ad assumersi le colpe, anche perché la crisi della banca è andata avanti mentre progressivamente il peso del partito storico scemava. Poi ci sono le previsioni sul voto. Più Bersani si avvicinava a Monti più si allontanava dalla maggioranza parlamentare. Alla Camera, secondo le previsioni, è ancora abbastanza solida, ma al Senato è data per persa. Il professore non è nei sogni degli elettori del centrosinistra, neanche di quelli potenziali, che si domandano perché votare Pd se Bersani già annuncia che governerà con Monti? Sono i cattolici, gli ex popolari, del Partito democratico che vorrebbero un avvicinamento a Monti, per bilanciare il più possibile la presenza della sinistra di Nichi Vendola e che non vogliono rapporti con il movimento di Ingroia. Su questo altare “centrista” hanno già sacrificato la possibilità del Pd di andare al governo nel 2011 e stanno tentando di farlo anche nel 2013. Bersani invece, forse, non ci sta, e si stacca da Monti, per orgoglio, perché si è reso conto che prima è necessario vincere, e poi, casomai, si discuterà di alleanze, ma alle condizioni che saranno dettate da lui. Per non farsi schiacciare prima, per non arrivare al governo già azzoppato. E per non arrivarci in compagnia di alcuni partner che potrebbero essere davvero imbarazzanti come ce ne sono nell’Udc. Anche perché, in fondo, i sondaggi sui risultati del professore non sono così entusiasmanti.
L.R.