Bruxelles- C’è grande prudenza, se non scetticismo, a Bruxelles dopo l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità sul rischi di cancerogenicità delle carni insaccate. La notizia ha un po’ colto tutti di sorpresa, in un Continente dove il consumo di carni, insaccate e non, è elevatissimo e gli standard di sicurezza sono piuttosto alti, anche se resta aperto il problema della etichettatura, che ad esempio gli italiani vorrebbero ricca e completa mentre i nordici, spinti anche dalla grande industria che come si ricorderà vende carne di cavallo per carne di vitello, tentano di limitare le informazioni.
Il commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare non parla direttamente, ma dal suo portavoce fa dire che l’esecutivo europeo “analizzerà lo studio dell’Organizzazione mondiale della sanità e poi si esprimerà in merito”. Un prudente presa di tempo, che, come spesso avviene alla Commissione, non dice niente, in attesa di capire che piega prenderanno le cose. Però a Bruxelles assicurano che le regole europee “garantiscono già i più elevati standard di sicurezza”.
Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, va un po’ più nel merito della questione e afferma che “di fronte all’allarme lanciato dall’Oms torna centrale il tema dell’educazione alimentare. Serve maggiore consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione corretta e bilanciata che, insieme a una idonea attività fisica, può sensibilmente migliorare le nostre condizioni di vita”. “È rischioso criminalizzare il consumo di carne in sé – prosegue De Castro -, perché è evidente che devono essere messe sotto esame frequenza e quantità dello stesso consumo. Una condanna senza distinzioni non permette una corretta informazione del consumatore e rischia di amplificare la logica perversa ed estremamente parziale di sistemi di etichettatura degli alimenti non corretti come, ad esempio, quello a semafori inglese”. A Bruxelles si sta anche lavorando per varare entro l’anno il nuovo Regolamento sull’Educazione alimentare, “un’opportunità storica – dice De Castro – per contribuire concretamente al miglioramento delle abitudini alimentari dei cittadini europei. In quest’ottica, sarà fondamentale promuovere e rilanciare la dieta mediterranea, della quale da sempre sosteniamo l’altissimo valore qualitativo”.
L’industria europea della lavorazione delle carni (Clitravi) ovviamente contesta alla radice lo studio. “Esistono ampie prove scientifiche sui benefici derivanti dal consumo di carne nell’ambito di una dieta sana – dice in una nota l’organizzazione – e la carne e i prodotti a base di carne sono una fonte essenziale di nutrienti, tra cui proteine e vitamine del gruppo B”.