Bruxelles – La destra populista, anti-europea e contraria all’immigrazione trionfa alle elezioni federali in Svizzera. Gli elettori chiamati ieri a rinnovare le due Camere del Parlamento elvetico, ossia il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati (i Cantoni), hanno dato all’ Unione democratica di centro (Udc/Svp) 29,4% dei consensi, una crescita di 2,9 punti rispetto al 2011, ma soprattutto undici seggi supplementari per un totale di 65 eletti al Consiglio Nazionale, la Camera bassa composta da 200 seggi. Mai nessun partito elvetico aveva raggiunto tanti consensi dall’introduzione del sistema proporzionale nel 1919. Tra gli eletti anche Magdalena Martullo-Blocher, figlia del leader storico dell’Udc/Svp Christoph Blocher, definita la ‘Le Pen svizzera’. Seconda forza il Partito socialista con il 18,8% che però perde tre seggi fermandosi a 43. Poi il Partito Liberale Radicale (Plr) che ha ottenuto il 16,3% (+1,3 punti) dei voti e 33 mandati (+3). Il Partito popolare democratico (Pdc, centro) è invece sceso all’11,6 % (27 seggi).
La destra svizzera esce dunque premiata dopo una campagna elettorale che si è giocata tutta sui temi dell’immigrazione e del rapporto con l’Unione Europea, di cui la Svizzera non fa parte ma con la quale condivide lo spazio Schengen. E questo voto assume quindi un importante significato anche perché questa legislatura è stata segnata da due eventi importanti che avranno conseguenze sul nuovo esecutivo: il primo è la fine del segreto bancario e la firma di accordi fiscali con altri paesi fra cui l’Italia, l’altro è stato il referendum del 9 febbraio 2014 contro “l’immigrazione di massa”, entro il 2017 il governo dovrà tradurre il voto in legge, limitando l’ingresso degli stranieri. “Continuiamo a lavorare per relazioni bilatera mutualmente beneficio con il governo che si formerà il 9 dicembre”, ha dichiarato il portavoce dell’esecutivo Ue, Margaritis Schinas.
Il 9 dicembre il parlamento svizzero dovrà eleggere uno a uno i sette consiglieri che compongono l’esecutivo. Tutti i membri uscenti sono decisi a ricandidarsi, riproponendo la tradizionale ripartizione dei posti fra i principali partiti, secondo la filosofia svizzera del governo del massimo consenso possibile. Ma questa volta l’Udc, forte della crescita dei consensi, potrebbe riuscire a conquistare un secondo consigliere. Malgrado sia il primo partito in Svizzera, l’Udc ha un solo consigliere dal 2007. Ma le cose devono cambiare, ha affermato il presidente dell’Udc/Svp Brunner che ha chiesto il secondo seggio nel Consiglio federale (governo) perso nel 2007. Brunner ha quindi spiegato la vittoria del suo partito evocando “l’ondata migratoria che preoccupa la gente. In Svizzera la problematica dell’asilo non è risolta. La questione dei veri rifugiati e dei rifugiati economici non è stata regolata”, ha affermato.
I socialisti dal canto loro hanno tentato di minimizzare la portata della vittoria della destra. Il presidente Christian Levrat ha affermato che sostanzialmente i risultati delle urne disegnano “un ritorno al 2007. Il Plr e l’Udc/Svp riguadagnano ciò che hanno perso nella precedente elezione federale (2011)”.