Federiga Bindi non si candida più alle elezioni. La direttrice dell’Istituto italiano di cultura a Bruxelles ha deciso di non accettare l’offerta di Mario Monti per un posto da settima in lista alla Camera a Firenze. Le spiegazioni sono diverse, fonti a lei vicine dicono che non le sono piaciuti altri candidati che avrebbe avuto al fianco, qualcuno sostiene che si sente più utile all’Istituto (ed in effetti, si potrebbe fare di più per l’Italia lì che tra le centinaia di deputati che altro non fanno che votare agli ordini dei capigruppo). Altri però, forse meno amici, spiegano che il settimo posto era troppo “basso”, non offriva garanzie di elezione, e dunque la Federiga avrebbe rifiutato per questo, perché voleva un “posto sicuro”.
Ecco la spiegazione di Federiga Bindi, che con modestia ha inviato come commento ma che ci sembra giusto “promuovere” nel pezzo:
Caro Eurospia,
Ho grande stima ed ammirazione per il prof. Mario Monti e dunque la sua fiducia nei miei confronti, espressa con la proposta di candidarmi nella mia regione, è stata lusinghiera, benchè improvvisa.
Tuttavia, dopo aver assai riflettuto ho deciso, pur con dispiacere, di non accettare la candidatura. È stata, mi creda, una decisione difficile e sofferta.
Il motivo e’ uno, semplice e facilmente intuibile, senza bisogno di elaborare possibili retroscena: non credo che il ruolo istituzionale di Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles – deputato quindi a rappresentare e promuovere l’Italia nel suo complesso nella Capitale europea – sia compatibile con una campagna elettorale dove, giocoforza, vengono promossi solo idee ed interessi di parte.
Ho dunque deciso che per il momento il modo migliore per me di servire il nostro Paese è quello di restare all’IIC. Bruxelles è la nostra vetrina in Europa e sono fiera di avere la possibilità di contribuire a renderla il migliore possibile
Cari saluti – e grazie per seguirci con tanta attenzione!!
Federiga