Arriva la stretta europea sulle agenzie di rating, le società che danno un giudizio (rating appunto) sulla solidità e la solvibilità di soggetti che emettono titoli sul mercato finanziario. Il Parlamento di Strasburgo ha approvato le nuove regole per rendere tali giudizi più trasparenti, più controllati e più credibili. La proposta, il cui relatore è stato l’italiano Leonardo Domenici (S&D), è passata con 579 voti a favore, 58 contrari e 60 astenuti.
Già concordate con il Consiglio europeo, le nuove regole – adottate in prima lettura – stabiliscono che le agenzie potranno emettere rating non richiesti sul debito sovrano solo in periodi specifici (“non più di tre volte l’anno”) dopo presentazione di calendari specifici. Le società potranno comunque rendere noti giudizi non richiesti al di fuori del calendario, ma solo “in casi eccezionali” e “con motivazione scritta”. Ad ogni modo le valutazioni dovranno essere rese pubbliche “solo dopo la chiusura dei mercati europei e almeno un’ora prima dell’apertura”. Per chi infrange le regole previste la possibilità per l’Esma (l’Autorità europea per la supervisione dei mercati) di imporre sanzioni – da multe fino al ritiro delle licenze per operare in Europa – a tutte le agenzie, incluse quelle non europee (in questo caso le eventuali sanzioni saranno applicate alle filiali europee).
Le nuove regole introducono inoltre la possibilità per gli investitori di richiedere i danni per rating che si rivelano infondati e danneggiano i loro interessi. Le agenzie potranno anche essere citate in giudizio “nel caso che la notazione emanata sia in contrasto con le nuove regole previste da questa legislazione, sia intenzionalmente sia per forte negligenza”.
Sono stati poi previsti dei criteri per ridurre l’eccessivo affidamento su questi giudizi. I deputati europei, con il loro voto di oggi, chiedono agli istituti di credito e a quelli privati d’investimento di “sviluppare al loro interno le capacità per valutare il rischio creditizio”. Alla Commissione europea si chiede invece di “considerare la possibilità di sviluppare delle linee guida europee”. L’obiettivo è fare in modo che entro il 2020 nessuna legislazione europea debba più fare riferimento a rating esterni, e fare in modo che le istituzioni finanziarie non siano più obbligate a vendere automaticamente in caso di rating verso il basso.
Infine per prevenire conflitti d’interessi, è stato fissato un tetto alle quote azionarie che le agenzie possono possedere negli enti di cui devono stilare la valutazione. Nello specifico un’agenzia di rating dovrà astenersi dal pubblicare valutazioni o dovrà informare il pubblico sull’esistente conflitto d’interessi, nel caso in cui un azionista o un socio, in possesso di almeno il 10% dei diritti di voto, abbia investito nel soggetto valutato. Le nuove regole impediscono a qualsiasi persona di possedere più del 5% di diverse agenzie, salvo che queste non appartengano allo stesso gruppo.
“Con questo nuovo regolamento facciamo dei passi in avanti”, ha commentato Domenici. “Le novità introdotte sono pienamente coerenti con l’ispirazione di fondo di questo provvedimento che è quella di favorire il rating interno, di avere una pluralità di voci affidabili e comparabili al servizio degli investitori e di mettere in discussione l’oligopolio che ha caratterizzato fino ad oggi l’offerta del rating”. Contento anche il commissario europeo per il Mercato interno, Michel Barnier, secondo cui “il voto di oggi è un altro importante passo avanti nella nostra agenda di risposta alla crisi”.