Il cipriota ha guidato l’Ue lo scorso semestre, è il primo Presidente comunista della storia dell’Unione
Al Parlamento: “Sono orgoglioso di esserlo, resterò comunista fino al mio ultimo respiro”
Ha un sorriso bonaccione, il naso appuntito, una statura e un’andatura oscillante che lo fanno assomigliare un po’ agli hobbit di Tolkien, così come sono stati rappresentati nei film di Peter Jackson. Ma non è per questo che verrà ricordato certamente Demetris Christofias, quanto piuttosto per essere stato il primo, e finora l’unico, capo di Stato comunista di un Paese membro dell’Unione europea. E non solo, negli scorsi sei mesi è stato anche il Presidente di turno dell’Ue. Una collocazione politica, la sua, che ha suscitato non poche perplessità e qualche fastidio.
Durante la seduta della Plenaria di ieri, in cui l’Aula tracciava un bilancio del semestre appena concluso, non a caso il deputato conservatore belga Derk Jan Eppink, rivolgendosi a Christofias ha voluto parlare in russo, per sottolineare il fatto che Christofias abbia studiato nell’Unione sovietica, dove si è laureato grazie a una borsa di studio che gli fu offerta dal suo partito, l’Akel, il Partito progressista dei lavoratori di Cipro. Ma la cosa non ha affatto impensierito il presidente cipriota che ha risposto a testa alta: “Quando sono diventato membro del Parlamento non ho mai nascosto l’orgoglio di essere comunista, sono comunista e sarò comunista fino al mio ultimo respiro”.
Ma quando si è trattato di analizzare i risultati della presidenza di turno cirpiota i giudizi sono stati unanimemente positivi. E non sarebbe potuto essere altrimenti visto che Cipro ha portato a casa il sistema comune sull’Asilo politico, che sarà approvato a breve, la difficile discussione sul bilancio 2013 e le correzioni sul 2012, ma soprattutto il meccanismo unico di supervisione bancaria.
Nel suo discorso di commiato a Strasburgo, Christofias non ha voluto però solo rimarcare questi successi, il suo spirito socialista ha preso il sopravvento e così si è lanciato in un forte attacco contro le politiche di austerità perché “quello di cui i cittadini oggi hanno bisogno è un’Europa sociale”. Il presidente ha puntato il dito contro Commissione europea, Bce e Fmi: “È inaudito che mentre il Consiglio europeo di giugno si concentrava su crescita e lavoro, i tecnocrati della Troika promuovevano le solite vecchie fallimentari ricette di rigida austerità, che stanno portando milioni di cittadini alla povertà, alla deprivazione e all’esclusione sociale”, l’austerità infatti è solo “una ricetta destinata al fallimento, che sta riuscendo solo a rendere i ricchi più ricchi e i poveri più poveri”.
“L’Ue non deve dare l’impressione di supportare solo le grandi aziende e le banche” e “le politiche che garantiscono un’assoluta libertà dei mercati devono essere abbandonate”, ha aggiunto Christofias. Tanti applausi e strette di mano dagli europarlamentari e pure qualche pacca sulla spalla, tanto adesso questo simpatico hobbit comunista tornerà a occuparsi a tempo pieno del governo solo del suo piccolo Paese, una nazione di appena 800mila abitanti, con in tasca il sogno di riunificare l’isola, i cui territori del nord sono sotto l’occupazione turca dal 1974. Un dolore costante per Christofias che è nato a Dhikomo, una cittadina di quei territori controllati indirettamente da Ankara. “Siamo un Paese piccolo ma abbiamo la nostra dignità che ci ha permesso di difenderci negli ultimi 50 anni – ha detto concludendo il suo discorso al Parlamento – Abbiamo sempre lottato per il Paese in cui viviamo, e anche i turchi ciprioti, che stanno patendo l’occupazione turca, non vogliono arrendersi. Sono cipriota e fiero della mia identità cipriota, sono europeo e fiero della mia identità europea”.
Alfonso Bianchi