Roma – Non è ancora certo se l’Italia riuscirà a utilizzare per intero i fondi strutturali europei della programmazione 2007-2013, ma un dato positivo sul loro utilizzo arriva dal Comitato nazionale per la lotta contro le frodi ai danni dell’Unione europea (Colaf). Nella relazione annuale per il 2014, il comitato ha registrato 763 casi di illeciti o frodi sospette per un valore di circa 98 milioni di euro, 15 in meno rispetto ai 113 milioni relativi agli 805 casi rilevati l’anno precedente. L’entità degli importi è quindi diminuita del 13%. Il calo risulta in controtendenza rispetto all’Unione nel suo complesso, dove i casi di illeciti e sospette frodi, nel 2014, si sono attestati a 16.302 per un valore di 3,2 miliardi. L’anno prima c’erano stati 15.257 casi per poco più di 2 miliardi di euro.
Nel commentare il rapporto, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, ha messo in risalto come “il settore dei Fondi strutturali – quello su cui si concentrano la maggior parte delle frodi – rappresenti la più consistente voce di spesa all’interno dei finanziamenti europei” ed sia per tanto “particolarmente a rischio”. A fronte di ciò, tuttavia, secondo Gozi non esistono adeguati “strumenti di mutua assistenza amministrativa tra Stati Membri” per il contrasto degli illeciti in questo settore, che spesso hanno una “dimensione transnazionale”.
Un passo verso la soluzione del problema, ha rivendicato Gozi, è stato tentato lo scorso anno, durante il semestre di presidenza italiano. Tuttavia, proposte come quella di istituire una procura europea sono ancora arenate in fase di trattativa, e le resistenze sono tali da far pensare che l’unico modo per sbloccare lo stallo sia procedere a una cooperazione rafforzata.
Il presidente della commissione Politiche Ue della Camera, Michele Bordo, commentando i dati della relazione ha sottolineato come il 55% delle frodi e degli illeciti registrati nel nostro paese si concentrino sui Fondi strutturali, che “rappresentano lo strumento principale per garantire la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea”. Per questo, ritiene il deputato Pd, “l’acquisizione indebita degli stanziamenti europei in questo ambito costituisce un fatto ancor più odioso e inaccettabile”.