Roma – Le imposte sulla prima casa le “toglieremo a tutti e per sempre”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante il question time alla Camera dei deputati, torna così sulla disputa con la Commissione Ue, che ha più volte manifestato la propria contrarietà alla misura. “Questo atteggiamento di subalternità ad alcuni dirigenti e tecnici dell’Unione europea ha da finire”, ha sottolineato il premier, ricordando che “l’Italia è uno dei pochi Paesi che va con i conti in regola” a Bruxelles. Anzi, aggiunge, “ogni anno versiamo 20 miliardi di euro all’Europa e l’Europa ce ne ridà 12”. L’esecutivo sta “cercando di far ripartire il Paese rispettando le regole europee”, rimarca ancora, e dunque pretende rispetto per sé e il Parlamento che sono “le sole istituzioni a poter legiferare in materia fiscale”.
Per vedere la fine del braccio di ferro, probabilmente, dovremo aspettare la presentazione della legge di stabilità e il giudizio che la Commissione esprimerà. Anche perché l’inquilino di palazzo Chigi ha confermato che l’abolizione di Imu e Tasi “non deve pesare sui comuni”, ai quali “verrà restituito fino all’ultimo centesimo”, e nel bilancio bisognerà indicare quale sarà la copertura.
Riguardo alla flessibilità, incalzato dal capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, Renzi conferma di voler far ricorso alla clausola sulle riforme strutturali e a quella sugli investimenti previste dalla comunicazione della Commissione europea, che valgono uno 0,5% di Pil ciascuna, spiega, per una valore di “16,8 miliardi” di euro.
Il presidente del Consiglio ha illustrato anche altri interventi che saranno inclusi nella manovra finanziaria. Ci sarà una riduzione dell’Ires “per competere con Paesi nostri amici e partners”, portandola a un livello “inferiore alla Germania, alla Francia e alla Spagna”.
Riguardo al contrasto della povertà, il capo dell’esecutivo ritiene che “prima di pensare a sussidi sia necessario pensare a rilanciare la crescita per sbloccare la ricchezza nascosta del Paese”. Dunque, sebbene chiuda all’istituzione di un reddito di cittadinanza, annuncia “una misura contro la povertà infantile ed educativa”.