Il provvedimento prevede che lo Stato saldi i debiti con le imprese entro 30 giorni
Il commissario all’Industria: “Ma la legge italiana è poco chiara, c’è il rischio infrazione”
L’Italia è stata veloce, ma ha fatto confusione. La direttiva contro i ritardati pagamenti è stata recepita in largo anticipo, ma male. Il governo dei tecnici rischia dunque di causare l’avvio di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles. Lo ha spiegato il commissario europeo per l’Industria, Antonio Tajani, in conferenza stampa stamane. Roma “ha meritoriamente approvato la direttiva prima del termine del 13 marzo, e avendo ricevuto il testo dalle autorità italiane abbiamo visto che a nostro giudizio ci sono punti che lasciano spazio a dubbi interpretativi”, ha spiegato Tajani, che della Commissione è anche vicepresidente.
Serve chiarire la questione cruciale, quella proprio dei termini: “Il pagamento entro trenta giorni non è flessibile, è ineludibile. Invece – afferma Tajani – nel testo sembra che si possa pagare anche entro sessanta giorni, ma questa è una scadenza che riguarda esclusivamente i settori di sanità e le imprese pubbliche”. Naturalmente “la direttiva riguarda anche il settore infrastrutturale”. L’auspicio è che si chiarisca, “altrimenti mi troverei protagonista di azioni di procedura d’infrazione, delle quali non sono innamorato, e se possiamo risolvere i problemi in altro modo sono ben contento”.
Per saperne di più:
– Italia, niente più ritardi nei pagamenti pubblici alle Pmi