Bruxelles – Difesa militare, difesa civile, aiuti militari esteri, ricerca e sviluppo correlati alla difesa, sensori e capacità di supporto: ecco la lista delle cose che potranno essere finanziate dai governi attraverso l’allentamento delle regole di bilancio, secondo la proposta della Commissione europea e l’elaborazione nel dettaglio. L’esecutivo comunitario viene incontro alle richieste degli Stati membri, in particolari quelli più attenti alla disciplina di bilancio, fornendo la definizione di ‘spesa militare’. Definizione che risponde a quella internazionalmente riconosciuta, secondo la classificazione Cofog sulle funzioni governative e gli ambiti di spesa.
Nel dibattito tutto politico su come autorizzare nuova spesa pubblica per rilanciare l’industria della difesa uno dei nodi era proprio il ‘cosa’ finanziare nello specifico. Una richiesta, quella di definizioni, su cui insistevano in particolare i Paesi Bassi, ma su cui anche altri Paesi, tra cui la Germania, volevano chiarezza. Adesso la risposta arriva per bocca di Valdis Dombrovskis, commissario all’Economia: “Abbiamo scelto la definizione Cofog“, spiega al termine dei lavori dell’eurogruppo. “Questo permette anche di allinearsi agli obiettivi della Nato e muoverci speditamente“. Secondo la metodologia usata, difesa implica la spesa difesa militare, difesa civile, aiuti militari esteri, ricerca e sviluppo correlati alla difesa, sensori e capacità di supporto.

Sulla base di queste indicazioni gli Stati potranno spendere, e dovranno. Perché, insiste il commissario per l’Economia, per quanto possano tornare utili i capitali privati, “dobbiamo ricordare che per l’industria della difesa la domanda è guidata da richiesta pubblica e appalti pubblici“. Le commesse sono e restano statali, e dunque spetterà ai governi far partire ordini e acquisti.