Bruxelles – Domani la Commissione europea svelerà all’emiciclo di Strasburgo la bozza della legge sui medicinali critici, chiesta a gran voce dagli Stati membri più di un anno fa. Ora, mentre muove i primi passi la corsa al riarmo del continente, le crescenti carenze di farmaci essenziali rischiano di passare in secondo piano. E la pericolosa dipendenza dai farmaci dell’Ue rischia di essere “il tallone d’Achille della sua strategia di difesa”, suggeriscono 11 Paesi membri in un editoriale pubblicato da Euronews.
Attualmente l’Unione europea importa da India e Cina tra il 60 e l’80 per cento dei principi attivi farmaceutici (API) utilizzati per i farmaci generici nei 27 Paesi membri. Quasi il 90 per cento degli antibiotici mondiali viene prodotto in Asia. In un contesto geopolitico sempre più aggressivo, “è facile per gli attori stranieri trasformare questa dipendenza in una vulnerabilità critica”, evidenziano i ministri della salute di Belgio, Spagna, Germania, Repubblica Ceca, Grecia, Lettonia, Estonia, Lituania, Portogallo, Slovenia e Cipro. Non è più distopico immaginare uno scenario in cui venga improvvisamente interrotta la catena di approvvigionamento degli antibiotici.
Le carenze di farmaci essenziali in alcuni Paesi membri esistono già e non sono una novità, ed è per questo che Bruxelles ha stilato lo scorso anno il primo elenco dell’Unione dei medicinali critici e istituito un’alleanza per i farmaci essenziali. Ursula von der Leyen ha inserito le legge sui medicinali critici negli orientamenti politici del suo secondo mandato e il commissario Ue alla Salute, l’ungherese Olivér Várhelyi, ha promesso di presentare la proposta nei primi cento giorni dall’insediamento.

I colegislatori lo aspettano al varco. Domani gli eurodeputati incalzeranno la Commissione sulle misure pensate per riportare la produzione in Europa e facilitare gli appalti congiunti. E le undici capitali che si sono rivolte al network informativo hanno ipotizzato che “parte dei finanziamenti” del Critical Medicines Act venga “integrata nei piani di spesa più ampi dell’Ue per la difesa, compresi i meccanismi finanziari del nuovo pacchetto per la difesa”, Rearm Europe. Dopotutto, insistono gli Stati, “senza farmaci essenziali, le capacità di difesa dell’Europa sono compromesse”.
Su un binario parallelo, Belgio, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Romania, Spagna e Ungheria hanno fatto circolare tra i 27 un non paper (un documento informale), una sorta di “manifesto” per una legislazione “ambiziosa” che affronti le carenze di farmaci essenziali nel mercato comune. Un fenomeno che ha sì cause molteplici e complesse, ma che è dovuto in buona parte al crollo progressivo della produzione interna in favore di una delocalizzazione che lascia l’Europa esposta a potenziali crisi.
Nel documento esplorativo, le capitali sostengono l’elaborazione di un elenco di farmaci vulnerabili a livello industriale già nel 2025 per “dare priorità al sostegno e rafforzare la produzione con sede nell’Ue e gli sforzi di diversificazione” dei fornitori. Una lista che dovrebbe essere stilata dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema), insieme agli esperti dei Paesi membri sulle carenze farmaceutiche. Una sorta di primo passo per un piano di investimenti specifico “con un’elevata cooperazione e coordinamento a livello dell’Ue”, da mettere a punto “perfezionando” le regole sugli aiuti di Stato e il quadro finanziario dell’Ue. In maniera complementare, è urgente “riconoscere l’importanza della diversificazione della catena di approvvigionamento”: secondo i Paesi membri, Bruxelles dovrebbe “valutare le prospettive di potenziali partenariati internazionali” sui farmaci essenziali.
Tra gli insegnamenti lasciati dalla pandemia di Covid, c’è sicuramente l’importanza degli acquisti congiunti. Anche qui, i Paesi membri auspicano che il nuovo Critical Medicines Act definisca un “quadro ambizioso” per gli appalti pubblici congiunti. “Aumentare la capacità produttiva in Europa è una necessità, ma avrà un impatto limitato se non saremo in grado di acquistare in modo diverso”, si legge nel non paper.
Tutte queste raccomandazioni, messe nero su bianco anche nel corso del 2024 dall’alleanza per i farmaci essenziali voluta da von der Leyen, dovranno rientrare in qualche modo nella proposta che Varhelyi presenterà domani agli eurodeputati in sessione plenaria. La proposta della Commissione europea finirà poi sul tavolo dei ministri competenti dei Paesi membri e della nuova commissione per la salute pubblica (Sant) dell’Eurocamera, che concorreranno a plasmare la forma finale della legge.