Bruxelles – Sospensione delle regole comuni di bilancio, ma solo per quanto riguarda la difesa: la rivoluzione dell’Unione europea può cominciare. Come ormai da copione, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, gioca la carta annuncio. Non specifica quando, ma intanto prepara il suo pubblico: “Proporrò di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti in difesa“, rivela alla platea della conferenza di Monaco sulla sicurezza. Niente patto di stabilità con nessuna delle sue norme o parametri per chi stimola l’industria pesante.
“Durante la pandemia abbiamo attivato la clausola di salvaguardia perché ci trovavamo nel bel mezzo di una crisi. Ritengo che ci troviamo in un altro periodo di crisi“, continua von der Leyen, preoccupata per la guerra russo-ucraina e un’Europa indietro nella corsa agli armamenti, necessità peraltro non nuova ma solo rilanciata dal deterioramento globale degli ultimi anni.
Via libera alla spesa pubblica per la difesa, e via pure la missione di pace dell’Ue sancita con tanto di Nobel oramai invecchiato male. I tempi cambiano, e con essi anche l’Ue. Dove certe logiche, quelle della disciplina di bilancio, in particolare, invece non cambiano mai. Von der Leyen assicura e rassicura i fautori della disciplina di spesa, a cominciare dalla ‘sua’ Germania, che l’attivazione della clausola di salvaguardia per gli investimenti pubblici nella difesa, “avverrà in modo controllato”. Tanto è vero che, anticipa, “proporremo un ampio pacchetto di misure per raggiungere questo obiettivo, politiche e strumenti su misura, per rispondere alla specifica situazione di bilancio di ogni Stato membro”.
Non se ne può fare a meno, continua ancora von der Leyen. “Ci sono chiari tentativi da parte di alcuni di creare sfere di influenza“, dice senza fare nomi e cognomi, ma lasciandoli intendere, “l‘Europa deve essere intelligente in questi tempi, rispondere alle sfide dei nostri confini e della nostra sicurezza”.