Il vertice sull’intelligenza artificiale di Parigi ha chiarito una cosa: l’intelligenza artificiale non è solo un cambiamento tecnologico, ma una trasformazione sociale che plasmerà la democrazia, il lavoro e la giustizia economica. Le scelte che facciamo oggi determineranno se l’intelligenza artificiale servirà tutti o concentrerà il potere nelle mani di pochi. In qualità di presidente del CESE, ho collaborato con i responsabili politici, i leader aziendali, le parti sociali e la società civile per sostenere un’intelligenza artificiale che dia potere alle imprese e ai lavoratori, sostenga la democrazia e segua forti garanzie etiche. L’Europa sta definendo standard globali con l’AI Act dell’UE, ma la cooperazione internazionale rimane fondamentale.
Durante l’evento di benvenuto al Summit sull’IA, mi sono unito ai leader mondiali, tra cui Sviatlana Tsikhanouskaya, Henna Virkkunen e Audrey Tang, per sottolineare la necessità di un controllo democratico e del coinvolgimento dei cittadini. L’IA non deve diventare uno strumento di sorveglianza o di controllo incontrollato delle aziende. Alla tavola rotonda di alto livello sull’IA sul posto di lavoro, ho messo in guardia contro la gestione algoritmica non trasparente, la disoccupazione e la sorveglianza guidata dall’IA, sottolineando l’importanza di forti protezioni legali, del dialogo sociale e della formazione dei lavoratori. I cambiamenti politici negli Stati Uniti, dove la nuova amministrazione Trump ha già smantellato le normative sull’IA, mostrano perché è necessario un approccio globale e coordinato alla governance dell’IA. L’IA deve sostenere la democrazia, non indebolirla. In un incontro bilaterale con Sviatlana Tsikhanouskaya, abbiamo discusso del ruolo dell’IA nella salvaguardia dei media indipendenti e della società civile in Bielorussia. Il CESE continua a impegnarsi per garantire che l’IA rafforzi, anziché indebolire, la resilienza democratica.
Il vertice sull’azione per l’IA è stato un passo cruciale, ma le discussioni da sole non bastano: dobbiamo trasformare le parole in azioni. Il CESE continuerà a spingere per lo sviluppo etico dell’IA e la cooperazione internazionale. Dobbiamo sostenere l’IA made in Europe non solo fornendo e attirando finanziamenti pubblici e privati per aumentare gli sforzi imprenditoriali, ma anche investendo in infrastrutture digitali critiche che garantiscano una concorrenza leale contrastando la concentrazione del mercato. L’IA deve essere al servizio delle persone, non dei profitti, e deve rafforzare i valori democratici, non indebolirli. È giunto il momento di agire con decisione.
Oliver Röpke è il Presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese)