Roma – Alla vigilia del vertice che potrebbe finalmente essere decisivo sulla gestione dei migranti a livello europeo, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è intervenuto a una tavola rotonda nell’ambito del Prix Italia per ribadire la necessità di “rivedere le regole di Dublino” sul riconoscimento del diritto di asilo. “Naturalmente” bisogna farlo “con gradualità”, ha aggiunto il ministro, anche se ha sottolineato che “la velocità delle decisioni dell’Ue è insufficiente rispetto ai flussi migratori e alle tensioni che questi provocano tra i diversi Paesi”. Secondo il capo della diplomazia italiana “bisogna accelerare per evitare che, per difendere le vecchie regole – quelle di Dublino –, si metta a rischio il principio fondamentale della libera circolazione delle persone”.
Il titolare della Farnesina ha criticato “l’impressionante comportamento dell’Ungheria nei confronti dei migranti”. Lo considera “quasi uno schiaffo in faccia per noi che abbiamo creduto all’allargamento dell’Unione europea”. Il ministro ha proseguito l’affondo contro quei “Paesi che hanno avuto molto dall’Europa quando avevano bisogno”, ma “oggi pensano di non dovere minimamente contribuire alla solidarietà comune”.
Tornando sul regolamento di Dublino, Gentiloni ha rimarcato che “alla lunga non può reggere l’idea che i migranti restino nei paesi di primo arrivo e non ci sia una redistribuzione equa”. È una regola che “sta provocando le tensioni di confine in tutti i Paesi” coinvolti. Per rimediare, ritiene l’esponente dell’esecutivo, “bisogna avere politiche europee comuni sia per l’asilo, sia per il rimpatrio di chi non ha diritto all’asilo, sia per costruire canali di immigrazione legale”.
Sul tema dei flussi migratori è intervenuto dalla germania anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella, che ieri e oggi è stato a Erfurt, in Germania, per la riunione dei capi di Stato del Gruppo Arraiolos, insieme con i colleghi di Austria, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Slovenia e Germania. “Auspico che il Consiglio europeo (di domani, ndr) raggiunga una buona intesa”, cosa che “è possibile e auspicabile nell’interesse dei cittadini dell’Unione”. Secondo l’inquilino del Colle, “bisogna dialogare e riflettere insieme” per rispondere alla “esigenza di mantenere sempre alta la solidarietà europea e la sua applicazione”.
Sulle cifre dell’emergenza migratoria, l‘Ocse stima in oltre un milione le richieste di asilo cui i Paesi Ue dovranno dare risposta nel 2015, mantre a Roma è stato pubblicato il secondo ‘Rapporto sulla protezione internazionale in Italia’, frutto della collaborazione tra Anci, Caritas, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar, in cooperazione con Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati. Stando al report, non 19,5 milioni le persone che hanno lasciato il loro paese di origine nel 2014 per fuggire da guerre, carestie o persecuzioni. Di questi, meno del 10% si è diretto in Europa, mentre l’86% è stato accolto da Paesi in via di sviluppo. Appena quattro paesi – Turchia, Pakistan, Libano e Iran – l hanno dato ospitalità a più di 5,2 milioni di rifugiati, il 36%del totale a livello mondiale. In relazione alla provenienza, i siriani sono i più numerosi: 3,9 milioni di rifugiati sparsi in 107 Paesi.