Bruxelles – Il Partito popolare europeo esulta, i socialisti scaricano la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Come nella politica, anche nel mondo del lavoro si apre il solco: soddisfatte le imprese, sul piede di guerra i sindacati. L’agenda per la competitività (competitiveness compass) dell’esecutivo comunitario scuote l’Europa, innanzitutto a livello politico. Perché dai banchi dei socialisti (S&D) arriva la stroncatura che sa di nuove tensioni per la presunta ‘maggioranza Ursula’.
“La bussola per la competitività non è adatta al lavoro“, tuona Iratxe Perez, presidente del gruppo S&D. “Non è utile alle aziende, alle persone, né all’ambiente”, nella misura un cui, critica, “non abbiamo alcuna garanzia che non ci saranno passi indietro sugli standard ambientali e sociali come i diritti dei lavoratori, la neutralità climatica, la sostenibilità”. Insomma, “questa comunicazione è un’interpretazione ideologicamente distorta e molto selettiva dei rapporti Draghi e Letta“.
Alla levata di scudi dei socialisti si aggiungono la censura del gruppo de laSinistra, che parla di “nuova austerità”, e le critiche della delegazione del Movimento 5 Stelle, che parla di “scatola vuota”, e di “un minestrone di vecchie ricette neo-liberiste che non hanno già funzionato né per l’economia né per i cittadini”. Valentina Palmisano rincara la dose: “Von der Leyen annuncia una diversa allocazione dei fondi di coesione. Di fatto si vogliono tagliare i fondi regionali destinati a sanità, scuola e infrastrutture per dirottarli verso investimenti strategici per l’industria”. C’è poi il ‘no’ a von der Leyen dei Patrioti per l’Europa e la Lega.
The Competitiveness Compass is here! An @EPPGroup priority. Our vision to boost EU competitiveness and cut red tape is becoming a reality, turning into action—a true game changer for Europe’s businesses! pic.twitter.com/QCT6UKSFSb
— Manfred Weber (@ManfredWeber) January 29, 2025
Il Ppe di von der Leyen fa quadrato attorno alla presidente dell’esecutivo comunitario. Manfred Weber, presidente dei popolari, saluta il documento della Commissione come “vero punto di svolta per le aziende europee”. Con l’agenda di competitività, “la nostra visione di aumentare la competitività dell’Ue e ridurre la burocrazia sta diventando realtà, trasformandosi in azione”.
Le mosse del Ppe rischiano dunque di allontanare i socialisti dall’alleanza per la legislatura che torna a traballare e che apre scenari tutt’altro che ipotetici, dato che i popolari hanno già dato prova di poter fare anche a meno dei socialisti, soprattutto quando si tratta di rimettere in discussione gli impegni di sostenibilità. C’è la possibilità che von der Leyen provi a mettere gli alleati di centro-sinistra nell’angolo, forti anche del sostegno dei liberali. “Accogliamo con favore il Competitiveness Compass, le azioni da intraprendere affinché l’Unione europea possa riacquistare il suo vantaggio competitivo”, il sintetico ma politicamente rilevante giudizio di Renew Europe.
We welcome the #CompetitivenessCompass, actions to be taken so can regain its competitive edge.@jcf_liberal: “We urge the European Commission to act quickly & decisively towards a more competitive, innovative, integrated, & less complicated EU.”
https://t.co/Xgdg0OIw8J pic.twitter.com/rm9no5XTmc— Renew Europe (@RenewEurope) January 29, 2025
I Verdi sono anche disposti a dare credito a von der Leyen, a patto però che competitività non voglia dire smantellare il Green Deal. “Il fondamento della competitività è garantire la sicurezza per le aziende”, sostiene Anna Cavazzini, presidente della commissione Mercato interno del Parlamento europeo. “Pertanto, l’attuazione affidabile della regolamentazione introdotta negli ultimi cinque anni è indispensabile per cittadini, consumatori e aziende”.
Nel frattempo esultano le imprese. “Portare una nave a destinazione richiede indicazioni chiare e il Competitiveness Compass di oggi fornisce queste coordinate“, sostiene Markus Beyrer, direttore generale di BusinessEurope, l’associazione delle confindustrie europee. Ora però si chiedono “urgentemente azioni concrete e di impatto che apportino cambiamenti significativi per le aziende”. Una richiesta analoga arriva da Stefan Pan, vicepresidente di Confindustria per l’Unione Europea: “Accogliamo con favore l’agenda di competitività. Ora è necessario che i contenuti concreti dei singoli atti legislativi rispettino le ambizioni di questo programma: solo allora potremo comprendere le reali intenzioni della nuova Commissione”.
La confederazione europea dei sindacati, l‘Etuc, al contrario, fa sapere che “non può sostenere la Bussola della Competitività se continua a compromettere posti di lavoro, diritti e standard”. Si critica nello specifico “l’appello esplicito a riforme pensionistiche basate su vite lavorative più lunghe” e la proposta di regime aziendale che consentirebbe ad alcune aziende di “operare al di fuori del diritto del lavoro nazionale”. Per Esther Lynch, segretaria dell’Etuc, “questa sarebbe una ricetta per il disastro, e rischia di minare tutta la legislazione sul lavoro in tutta Europa”.