Bruxelles – In Irlanda è stata finalmente trovata la quadra per formare un nuovo governo e far uscire il Paese dall’impasse politico seguito alle elezioni dello scorso novembre. L’intesa è arrivata dopo che le due principali forze politiche dell’isola, Fianna Fáil e Fine Gael, sono riuscite ad accordarsi su una bozza di programma per guidare l’azione del futuro esecutivo, nonché sui ruoli dei rispettivi leader.
Secondo i termini del patto, concluso nella giornata di oggi (16 gennaio), la carica di primo ministro (Taoiseach in gaelico) andrà al capo dei liberal-conservatori di Fianna Fáil, Micheál Martin, mentre il leader dei cristiano-democratici di Fine Gael, Simon Harris, il premier uscente, gli farà da vice (Táinaste) e otterrà anche il ministero degli Esteri.
Si concludono così due mesi di intensi negoziati seguiti all’azzardo che Harris si era preso convocando le elezioni anticipate lo scorso 29 novembre: l’allora primo ministro aveva sperato in una vittoria netta del Fine Gael per mantenere il controllo della cancelleria, ma era stato sorpassato (seppur di misura) dagli alleati del Fianna Fáil.
Così, era inevitabile che a Dublino gli succedesse Martin, già più volte Taoiseach e già al governo con lui (Fine Gael e Fianna Fáil detengono il potere in Irlanda fin dall’indipendenza nel 1921). Ma, dato il crollo verticale dei Verdi – che costituivano la terza gamba dell’esecutivo uscente – i centristi dovranno ora cercare un nuovo alleato per puntellare il governo e tenere lontano Sinn Féin, il partito che, nato come braccio politico dell’Ira, propugna da sinistra la riunificazione dell’isola.
Alla camera bassa del Parlamento irlandese, il Dáil, saranno almeno nove deputati indipendenti a venire in soccorso della nuova maggioranza. Il voto in Aula, dopo il quale potrà insediarsi il governo, è stato fissato per il prossimo 22 gennaio.
Il programma è stato presentato ai gruppi parlamentari dei due principali partiti di governo e in attesa dell’approvazione definitiva degli iscritti, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni in riunioni dedicate. Stando alle anticipazioni dei media, i punti salienti riguardano l’assistenza all’infanzia, il mantenimento dell’età pensionabile e il mantenimento dell’attuale aliquota Iva sulle bollette energetiche. Tra le altre cose, la bozza dell’accordo prevede anche la promessa di avviare l’attività legislativa per vietare l’importazione di merci provenienti dai territori palestinesi occupati dai coloni israeliani.