Bruxelles – Finalmente la Bulgaria ha un nuovo governo. Dopo oltre due mesi di intensi negoziati seguiti all’ennesima elezione anticipata, che ha prodotto un Parlamento senza una chiara maggioranza, i deputati hanno votato la fiducia all’esecutivo di coalizione guidato da Rosen Zhelyazkov, un politico di centro-destra già presidente dell’Aula.
L’approvazione definitiva è arrivata questa mattina (16 gennaio), quando l’Assemblea nazionale – il Parlamento monocamerale di Sofia – ha sancito con 126 “sì” sui 240 seggi totali l’avvio del mandato di Rosen Zhelyazkov, che ieri era stato incaricato di formare un governo dal presidente della Repubblica Rumen Radev.
“La Bulgaria ha bisogno di un governo regolare che attui politiche a sostegno dello Stato di diritto democratico, della competitività dell’economia, della sicurezza e della tutela dei diritti sociali dei cittadini”, ha dichiarato Zhelyazkov in Aula prima della votazione.
L’avvocato 56enne è un volto noto della politica nazionale, militando da anni nelle fila di Gerb, il partito di centro-destra guidato da Boyko Borissov: dal 2018 al 2021 era stato ministro dei Trasporti, per poi venire eletto deputato nel 2021 e ottenere dal 2023 al 2024 la presidenza dell’emiciclo.
Da Bruxelles sono arrivate in mattinata le congratulazioni del presidente del Consiglio europeo António Costa, il quale “non vede l’ora di lavorare insieme su un’agenda fortemente europeista per il bene di tutti i bulgari”.
My warmest congratulations, Rosen Zhelyazkov, on your appointment as Prime Minister of Bulgaria.
Wishing you success and looking forward to working together on a strong pro-European agenda for the benefit of all Bulgarians.
— António Costa (@eucopresident) January 16, 2025
La Bulgaria sta attraversando da tempo una fase di profonda instabilità politica, con sette elezioni anticipate celebrate nel giro di quattro anni. All’ultima tornata elettorale, lo scorso ottobre, Gerb era arrivato primo con il 25,5 per cento dei consensi (tradotti in 69 seggi), ma ci sono voluti un’ottantina di giorni di complessi colloqui con le altre forze parlamentari per trovare la quadra sul nuovo gabinetto.
L’esecutivo Zhelyazkov è sostenuto, oltre che da Gerb, anche dai socialisti filorussi del Bsp e dai populisti di Itn (sigla di un nome che in italiano si traduce in “C’è un popolo come questo”), mentre il partito della minoranza turca (Aps) ha garantito l’appoggio esterno.
Si tratterebbe tuttavia di una maggioranza fragile, poiché la Corte costituzionale dovrebbe rivedere a breve i risultati delle ultime elezioni e riassegnare alcuni seggi parlamentari al partito filorusso Velichie, che non aveva superato la soglia di sbarramento per una trentina di voti.
Lo Stato balcanico è il più povero dei Ventisette e nel Paese permangono enormi problemi di corruzione, a causa anche della presenza di strutture oligarchiche non ancora debellate completamente. È uno dei sette membri Ue senza l’euro (gli altri sono Cechia, Polonia, Romania, Svezia e Ungheria, cui si aggiunge la Danimarca che però ha un opt-out permanente sull’adozione della moneta unica), ma Zhelyazkov ha promesso di fare il possibile per far entrare Sofia nell’Eurozona. Dal primo gennaio, la Bulgaria è entrata pienamente nello spazio Schengen aprendo definitivamente anche i confini terrestri insieme alla Romania.