Roma – L’esecutivo ha varato la nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza che costituisce la cornice all’interno della quale verrà costruita la prossima legge di stabilità. La crescita del Pil nel 2015 sarà dello 0,9%” del Pil, ha annunciato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Le stime precedenti davano un +0,7%, “ma oggi molti indicatori dicono che l’Italia è ripartita e il Def non può che fotografare lo stato dell’arte: una crescita più alta”, ha aggiunto il premier, secondo il quale “nel 2015 abbiamo svoltato e nel 2016 si tratta di accelerare”. Riviste al rialzo anche le previsioni per il prossimo anno, con una crescita attesa all’1,6% (era all’1,4% nelle stime fatte in primavera).
Riguardo alll’indebitamento, “nel 2015 sarà al 2,6% del Pil”, ha dichiarato Padoan e nel 2016 si attesterà al 2,2% “grazie alla flessibilità” con cui – in linea con i Trattati europei – Bruxelles valuterà i conti italiani, ha aggiunto Renzi.
Anche la regola sul debito pubblico “verrà rispettata”, ha garantito ancora il ministro dell’Economia, aggiungendo che “il debito pubblico inizierà a scendere nel 2016. Era dal 2007 che non accadeva, è una zavorra che cominciamo ad alleggerire”.
Sulla legge di bilancio che è in via di definizione e verrà presentata al Parlamento italiano e alla Commissione europea il 15 ottobre, l’esecutivo ha intenzione di “utilizzare del tutto la clausola sulle riforme strutturali”, ha annunciato Padoan. Questo consentirà di guadagnare uno spazio di manovra dello 0,5% del Pil. Un ulteriore 0,3% sarà disponibile grazie alla clausola sugli investimenti, e uno 0,2%, infine, con il ricorso alla situazione emergenziale legata al flusso migratorio che sta mettendo sotto pressione tutta Europa.
Questo è ciò a cui punta il governo, ma il via libera deve arrivare dalla Commissione europea. Secondo Padoan, che oggi a pranzo ha incontrato il commissario all’Economia Pierre Moscovici – a Roma per partecipare alla tre giorni di Eunews ‘How can we govern Europe’ – il ricorso a “queste clausole è del tutto giustificato”. Ma il francese non ha voluto sbilanciarsi troppo.
Sulla legge di stabilità “lavoriamo in modo intelligente e costruttivo” con Padoan, ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo europeo. Tuttavia, “non posso dire adesso che accetteremo tutto”, ha precisato. Pur assicurando che verrà utilizzata “tutta la flessibilità e nient’altro che la flessibilità” già prevista dai trattati, si è riservato di esprimere un giudizio solo quando avrà in mano il disegno di legge che l’esecutivo invierà al Parlamento tra poco meno di un mese. Senza riserve, invece, il giudizio espresso sulle riforme “solide e concrete, come quella del lavoro ma anche altre”, che secondo il commissario “possono rendere l’economia italiana più forte e mostrano una volontà di cambiare”.