Bruxelles – La Commissione europea torna a rassicurare gli agricoltori europei sul piede di guerra per la firma dell’accordo di libero scambio con i Paesi del Mercosur. Un accordo che secondo Bruxelles va valutato anche per “la sua importanza geopolitica”, non solo in chiave economica, ma che – ha ribadito il commissario Ue per il Commercio, Maroš Šefčovič, “l’agricoltura non pagherà per altri settori”.
Il commissario slovacco, protagonista lo scorso 6 dicembre insieme a Ursula von der Leyen del blitz di Montevideo che ha sancito la chiusura dei negoziati dopo un quarto di secolo, ha discusso oggi (16 gennaio) dei termini dell’accordo con gli membri della commissione Commercio internazionale (Inta) del Parlamento europeo. E il prossimo 30 gennaio sarà atteso per un simile dibattito dagli eurodeputati della commissione Agricoltura.
Alle perplessità dell’aula sui benefici che l’apertura reciproca dei mercati porterà alla filiera europea dell’agroalimentare, Šefčovič ha risposto snocciolando cifre a diversi zeri. Le aziende del vecchio continente avranno accesso ad un mercato di “280 milioni di consumatori con un crescente potere d’acquisto”, e grazie allo smantellamento progressivo dei dazi “risparmieranno oltre 4 miliardi all’anno”. La semplificazione delle procedure doganali, ha insistito Šefčovič, sarà “cruciale” soprattutto per le “26 mila piccole e medie imprese che esportano nel Mercosur”.
L’Ue “si libererà” degli attuali dazi del 10 per cento sull’olio d’oliva, del 14 per cento sul malto, del 35 per cento sul vino, del 20 per cento sul cioccolato. E parallelamente proteggerà le 349 indicazioni geografiche europee. “Non ci saranno prodotti che assomigliano allo champagne o cose del genere”, ha promesso Šefčovič.
La questione è però se Bruxelles ha fatto i conti con l’ipotetico scenario di un’invasione del mercato europeo di carne bovina, pollame e e prodotti agricoli (in particolare zucchero) dal Mercosur. Merci che Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay producono in grande quantità, con vincoli più blandi dal punto di vista sanitario e ambientale e quindi con costi di produzione più bassi, e che potrebbero sbaragliare i concorrenti locali una volta entrati sul territorio Ue.
“Sono pienamente consapevole che gli agricoltori dell’Ue sono preoccupati”, ha messo in chiaro Šefčovič, assicurando che la Commissione europea “ha preso molto sul serio” tali preoccupazioni. Rispetto ai termini raggiunti nel 2019, Bruxelles sostiene di aver negoziato “limiti chiari alla richiesta del Mercosur di aprire il mercato della carne bovina, del pollame e dello zucchero“. Quote tariffarie “chiare e ben calibrate”, nonché un’apertura “graduale” del mercato.
Eppure, per quanto riguarda la carne bovina, Bruxelles stima che l’ingresso massiccio di prodotti dai quattro del Mercosur potrà innescare una diminuzione dei prezzi tra il 2 e il 2,5 per cento e una “potenziale diminuzione” della produzione tra lo 0,5 e l’1 per cento. “Non lo nascondo e non lo sottovaluto affatto”, ha affermato Šefčovič. Per questo Bruxelles ha inserito nell’accordo una serie di salvaguardie – anche bilaterali – che potranno essere attivate per proteggere specifici settori agricoli. Ed è pronta a istituire una riserva da “almeno un miliardo di euro” a cui attingere per tamponare eventuali perdite della filiera europea. E comunque, “siamo abbastanza convinti che questo non accadrà”, ha chiuso il discorso Šefčovič.