Bruxelles – Romania e Bulgaria faranno definitivamente parte dell’area Schengen, lo spazio di libera circolazione che permette a oltre 400 milioni di persone di muoversi in 29 Paesi senza i controlli alle frontiere. Dopo aver abolito quelli aerei e marittimi già dal 31 marzo, oggi (12 dicembre) il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di rimuovere l’ultimo ostacolo con Bucarest e Sofia: con l’anno nuovo, anche i controlli ai confini interni terrestri saranno un ricordo.
“Una grande vittoria per la Bulgaria, la Romania e tutta l’Europa”, ha esultato annunciando il via libera la presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue. La decisione è stata presa all’unanimità dai ministri degli Interni dei 27, riuniti oggi a Bruxelles. L’ungherese Sandor Pinter, che dirige i lavori, al suo arrivo aveva dichiarato con chiarezza i due Paesi “sono tecnicamente preparati, come risulta da tutte le valutazioni effettuate dagli esperti europei”. Per il neo commissario Ue per gli Affari interni e la Migrazione, Magnus Brunner, l’ingresso di Romania e Bulgaria in Schengen è “un momento storico”.
Ora la più grande area di libera circolazione al mondo, nata nel 1985 con l’abolizione dei controlli alle frontiere tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, comprenderà effettivamente 29 Paesi: 25 Stati membri – all’appello mancano Cipro e Irlanda -, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
È arrivato immediatamente il benvenuto della Commissione europea, accompagnato da un post su X di Ursula von der Leyen: “Pienamente in Schengen, dove siete a casa”, ha scritto la leader Ue. Secondo l’esecutivo europeo, il pieno ingresso di Bucarest e Sofia nello spazio di libera circolazione “rafforzerà ulteriormente il mercato interno, aumentando i viaggi, il commercio e il turismo”.
La Commissione europea ha sottolineato “l’attuazione positiva dei progetti pilota per procedure rapide di asilo e rimpatrio” in entrambi i Paesi, e ha garantito che “continuerà a offrire sostegno finanziario e assistenza” per il controllo delle frontiere esterne attraverso l’Agenzia Ue della Guardia di frontiera e costiera (Frontex). Schengen sposta i suoi confini orientali: la Bulgaria confina a Est con la Turchia ed è parte della rotta migratoria balcanica, mentre la Romania condivide 500 chilometri di confine con l’Ucraina e altrettanti con Moldova.
Le autorità bulgare, in particolare, sono state accusate a più riprese da diverse ong di attuare violenti respingimenti contro le persone migranti in arrivo dalla Turchia. Con la presunta complicità degli agenti di Frontex. Solo nel 2023, come riporta il Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli (Ecre), sono stati registrati 9.897 casi di respingimenti che hanno coinvolto 174.588 persone. A proposito del controllo degli ingressi irregolari, il vicepremier e ministro degli Interni rumeno, Marian-Catalin Prediou, ha assicurato: “La nostra protezione delle frontiere è tra le prime in Europa e siamo pronti a continuare a essere un partner leale e solido”.
Fully in Schengen – where you belong.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 12, 2024