Bruxelles – È accusato di violenza, razzismo e antisemitismo ma per il momento resterà al suo posto di lavoro da funzionario della Commissione europea. Almeno fino a quando gli inquirenti non faranno luce sulla vicenda. La storia riguarda un dipendente maltese di 46 anni, Stefan Grech, che lo scorso 16 luglio avrebbe aggredito una sua collega nei pressi del bar Italiano che si trova poco distante dal Parlamento europeo di Bruxelles.
Secondo quanto denunciato alla polizia dalla vittima, una donna italiana, l’uomo dopo aver bevuto diversi cocktail, avrebbe iniziato a inneggiare al fascismo brandendo una targa di ferro con la scritta Mussolini. La donna lo avrebbe rimproverato ricordandogli che Mussolini era un dittatore e lui avrebbe cominciato a parlare del conflitto israelo palestinese. Anche lì la donna lo avrebbe richiamato affermando che non bisogna fare confusione tra le politiche del governo israeliano e gli ebrei e per questo lui le avrebbe dato della “sporca ebrea”, affermazione a cui lei, che non è ebrea, avrebbe risposto “potrei esserlo, ma questo non c’entra”. A quel punto Grech avrebbe dato su tutte le furie urlando che Hitler “avrebbe dovuto sterminare tutti gli ebrei, proprio come ora gli ebrei stanno sterminando i palestinesi”, per poi passare dalla violenza verbale a quella fisica, colpendola prima con la placca di ferro sulla testa e poi mettendole le mani al collo.
Dopo la denuncia alla polizia, la storia è stata resa pubblica dalla Lega Belga contro l’antisemitismo finendo sulla stampa, persino quella israeliana. Nonostante i rigidi codici di condotta della Commissione europea l’uomo è rimasto al suo posto di funzionario, dimettendosi però dal sindacato interno “Generazione 2004” di cui era il leader.
“La Commissione europea ha tolleranza zero per ogni comportamento razzista o discorso incitante alla violenza, o verso ogni altro comportamento non etico dei membri del suo staff, ci sono regole interne molto severe che sono state applicate diverse volte”, ha affermato il portavoce dell’esecutivo comunitario, Alexander Winterstein, che ha specificato però che l’uomo non è stato sospeso come in tanti avrebbero richiesto. “Per ora è stata aperta un’investigazione, quello che è importante ora è stabilire cosa è successo, ed è quello che stanno facendo le autorità belghe. Aspettiamo le loro conclusioni, fino ad allora vale la presunzione di innocenza”, ha concluso il portavoce.