Bruxelles – Dalla capitale europea Giuseppe Conte ha lanciato oggi (10 dicembre) il suo appello per la creazione di un fondo comunitario per salvare il settore dell’automotive e per risollevare la competitività industriale dei Ventisette. La proposta, che il leader del Movimento 5 stelle ha presentato ai giornalisti parlando al fianco del capodelegazione all’Eurocamera, Pasquale Tridico, e all’eurodeputato Giuseppe Antoci, prevede di dirottare i 500 miliardi di euro con i quali si vorrebbe dotare un fantomatico fondo per la difesa e di reinvestire quella somma in uno strumento alternativo che dia nuovo slancio al Green deal partendo dalla mobilità sostenibile.
Contro la “transizione militare”
Il M5s, all’opposizione sia in Italia sia in Europa, cerca di contrastare quella che considera la deriva bellicista del secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida dell’esecutivo comunitario. Durante una conferenza stampa a Bruxelles, l’ex premier ha ribadito la necessità che l’Ue si dia “una strategia alternativa” rispetto a quella che “ci si è accodati a seguire” fin qui. Cioè quella del sostegno militare all’Ucraina aggredita – descritto come “un confronto militare con la Russia” – che, dice Conte, sta portando l’Unione a perdere la sua “leadership politica” a livello internazionale, poiché l’Europa non tocca palla nei tentativi di mediazione diplomatica che dovrebbero porre fine alla guerra.
Il capo del Movimento, già primo ministro in due governi (il gialloverde e il giallorosso) diametralmente opposti, ha certificato che è stato proprio il passaggio dall’attenzione al Green deal a quella per lo sviluppo dell’industria bellica “una delle ragioni che ci ha impedito di sostenere il von der Leyen bis”, dopo che la delegazione dei cinquestelle è risultata cruciale per la nomina della popolare tedesca nel 2019. Invece “oggi il Green deal è sparito” e al suo posto è stata avviata “una transizione militare”, ha spiegato Conte ai giornalisti, aggiungendo che il suo partito è a favore in principio della difesa comune europea ma non alla “corsa al riarmo” cui si starebbe preparando Bruxelles.
Il fondo per l’automotive e la competitività
I pentastellati rivendicano dunque un approccio contrario, e hanno inviato a von der Leyen una lettera aperta alla firma di tutti gli eurodeputati per introdurre un fondo europeo per il settore automotive che si trova attualmente “in forte sofferenza”, dove dirottare quei 500 miliardi di cui si è fatto un gran parlare recentemente a proposito di un nuovo strumento comunitario per la difesa da finanziare tramite eurobond. E sul quale, peraltro, Germania e Paesi Bassi si sono già detti contrari.
Nella proposta della delegazione del M5s, quei soldi andrebbero ripartiti su due linee di bilancio distinte: 200 miliardi per salvare il comparto dell’industria automobilistica europea e 300 miliardi per “rendere più competitivo il sistema produttivo europeo nelle altre filiere”, come suggerito anche da Mario Draghi nel suo ormai celebre rapporto. Questo secondo canale dovrebbe servire ad “anticipare l’impatto dell’intelligenza artificiale e della robotica” sull’economia europea, per “accompagnare la transizione economica e sociale” durante le trasformazioni tecnologiche in atto in questa fase storica.
Il modello da seguire per finanziare un fondo di tale entità dovrebbe essere lo strumento Sure, ha specificato il capopattuglia M5s Tridico, riferendosi al fondo introdotto dalla Commissione Ue per sostenere i lavoratori durante le chiusure forzate delle aziende dovute alla pandemia. Tra gli interventi che questo nuovo fondo dovrebbe consentire ci sono il sostegno al reddito degli addetti del settore, la riduzione dell’Iva sui veicoli elettrici made in Europe e un sistema di crediti d’imposta per le aziende che operano nella transizione verso la mobilità sostenibile.
Il M5s rimane a sinistra (per ora)
Proprio l’opposizione alle tendenze belliciste del von der Leyen bis, ha sottolineato Conte, conferma che quella di entrare in The Left è stata una scelta giusta per il Movimento. Con il gruppo delle sinistre europee “perseguiamo il fermo ‘no’ all’invio di armi in Ucraina”, ha rivendicato, insieme all’opposizione “alla cancellazione del Green deal”.
Una risposta apparentemente definitiva a chi chiedeva se la pattuglia M5s progetti ancora alleanze alternative all’Europarlamento, come ad esempio la creazione di un nuovo soggetto rossobruno insieme ai tedeschi del Bsw, il partito fondato da Sahra Wagenknecht che coniuga posizioni tradizionali della sinistra radicale (soprattutto sull’economia) e altre tipiche dell’estrema destra (ad esempio sulla gestione dei flussi migratori). Del resto, sono in scadenza i sei mesi di “osservazione reciproca” con cui gli eurodeputati pentastellati erano stati accolti nel loro attuale gruppo: pare dunque che per il momento – visto che non ci sono numeri in Aula per collocazioni alternative, pena il ritorno nel limbo dei non iscritti – la sinistra rimanga il campo prediletto da Conte e i suoi.
Ma, ha tenuto a precisare, il Movimento è “una forza progressista indipendente”: “In Italia parliamo di area progressista” più che di campo di centro-sinistra, poiché quest’ultima definizione non è altro che la reiterazione dello “schema novecentesco destra/sinistra che non aiuta a chiarire il reale confronto politico” nel Belpaese, dove negli anni scorsi “anche forze di sinistra hanno perseguito politiche neoliberiste tradizionalmente appannaggio delle forze più conservatrici”. Contro la destra di governo (le cui componenti sono state bollate dall’avvocato come “reazionarie e restauratrici”) serve dunque “uno spazio per il M5s che non lo schiacci tra le forze tradizionali della sinistra italiana” e che permetta a quella che fu la creatura di Beppe Grillo di esprimere il suo “progetto politico alternativo” in maniera articolata.
A Bruxelles, oggi, l’ex premier si trovava anche per partecipare ad un evento, promosso proprio dal gruppo della Sinistra, sul contrasto alle mafie e al riciclaggio di denaro da parte della criminalità organizzata transfrontaliera. Tra gli ospiti di rilievo, oltre all’eurodeputato pentastellato Antoci, c’erano il commissario agli Affari interni Magnus Brunner, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il procuratore capo dell’antimafia palermitana Maurizio De Lucia e l’ambasciatrice italiana in Belgio Federica Favi.