Bruxelles – Lavoro, chi lo vorrebbe avere e chi invece non vuole (o in qualche caso non può) proprio lasciarlo. Ecco un’altra Europa a due velocità, come fotografata da Eurostat nei dati curiosi dei pensionati non in pensione nel 2023. Il 13,2 per cento di uomini e donne con un assegno di pensione di vecchiaia continua a lavorare, con percentuali che superano il 40 per cento in Finlandia (41,7 per cento), Lituania (43,7 per cento), Lettonia (44,2 per cento), e sfondano il 50 per cento in Estonia (54,9 per cento). Cosa vuol dire questo? Che in giro per l’Europa ci sono decine di milioni di posti di lavoro bloccati da uomini e donne che non lo cedono ai giovani, e in gran parte lo fanno per scelta, non per bisogno economico.
Un dato utile in tal senso è quello italiano. Benché in termini percentuali quello tricolore è un tasso di pensionati al lavoro più basso della media (9,4 per cento), in termini assoluti questo si traduce in oltre 1,52 milioni di salari pagati a chi già percepisce l’assegno di pensione. Tra regime Inps e non, alla fine del 2023 si contano più di 16,2 milioni di persone con almeno un assegno pensionistico. Risultato: 1,52 milioni di ‘anziano che rubano il lavoro ai giovani’, impedendo loro di accedere al mercato del lavoro. Il motivo? In gran parte il piacere di farlo.
“Danimarca (61 per cento), Paesi Bassi (59,6 per cento) e Italia (51,7 per cento) hanno avuto la percentuale più alta di persone che hanno continuato a lavorare perché gli piaceva farlo“, rileva l’istituto di statistica europeo. Un modo di fare, tollerato da imprese e politica, che non fa che alimentare quel circuito poco virtuoso tutto italiano per cui i laureati non trovano impiego e poi lasciano il Paese.
Negli altri Paesi come funziona? Bisogna andare a cercare i dati. Emerge che in Germania ci sono, a fine 2023, 16,4 milioni di pensionati, e il 12,8 per cento di loro continua a tenersi il posto di lavoro. Tradotto: 2,09 milioni di lavoratori esperti inamovibili. Mentre il tasso del 9,9 per cento della Francia, applicato su un parco di 15,3 milioni di pensionati, si traduce in un numero analogo ma comunque più basso di quello italiano: 1,51 milioni.