colonna sonora: Tom Jones – It’s not Unusual
Sembra ieri che ci salutavamo fuori scuola incidendo un pisello sul cofano del professore che ci ha rimandati a settembre ed ecco settembre che già arriva di soppiatto strappandoci dall’asciugamano di Pleiboi steso sulla sabbia arroventata che si attacca tra le dita dei piedi per ostruire la doccia e ci risbatte davanti a scuola.
Sembra ieri che ci guardavamo speranzosi e pallidi e già rieccoci malinconici e abbronzati; anzi il professore è proprio nero perché qualcuno gli ha inciso un pisello sul cofano mentre nel portabagagli c’è l’asciugamano insabbiato di Pleiboi.
Sembra ieri e invece erano pochi mesi fa.
Sembra ieri che iniziavate a leggere incuriositi questa rubrica capendo subito che trattavasi di qualcosa di cui non avreste più potuto fare a meno e invece erano tre anni fa. Tre anni in cui sono successe un sacco di cose che se però andiamo a leggerle a ritroso sono sempre le stesse.
Un’Italia che si lamenta di essere sempre uguale a sé stessa mentre continua ad essere sempre uguale a sé stessa ma liftata; un sud Europa impoverito e l’Unione e le banche che cercano il modo per guadagnarci qualcosa; un sud est del Mondo incasinato e un’Europa che prima prova a guadagnarci qualcosa poi fa finta che lei non c’entra niente, davvero mi dispiace non ho spicci, no non mi serve l’accendino, ma che rosa e rosa questa è mia cugina, non posso aprire la porta e non mi interessa la vostra rivista, guarda ho solo dieci centesimi prendili e vattene, e portati via pure tutti i tuoi amici che qui ci stiamo riprendendo da una crisi economica mica possiamo accollarci pre a voi, eh lo so che le bombe sono brutte, ne sappiamo qualcosa, abbiamo costruito sto carrozzone europeo proprio per non bombardarci più tra noi e unirci nel sacro vincolo del mercato e delle esportazioni, esportiamo anche la democrazia, ma se voi non sapete usarla mica è colpa nostra!?
Tre anni che a fare bene i conti sono due, il terzo è quello che inizia oggi. Una pletora di venerdì in cui uscivate dall’ufficio sorridendo, convinti fosse per l’imminente uichènd e invece era grazie ai messaggi subliminali qui contenuti.
Insomma inizia un nuovo anno, con i nuovi buoni propositi tipo dieta, palestra, corso di massaggi clitoridei e bricolage (finanziato dall’UE) e salvataggio del mondo. E le nuove idee, le nuove sfide, i nuovi progetti.
Back in da Fuckin’ Nordeuropa dopo un mese di Italia, ho deciso che è giunto il momento di tornarci. Ho trovato il nostro paese profondamente cambiato: sono tutti vegani, tutti troppo tatuati e tutti molto razzisti. Sono chiari segnali di un paese allo sbando, c’è bisogno di me. A chi lo dico si mette le mani nei capelli strillando “nooo chi te lo fa fare è un paese morto si sta malissimooo” e però intanto ci vive, mangia bene, vede il cielo azzurro, si lamenta degli immigrati, si piange addosso ma insomma non mi pare in punto di morte. Magari ancora si può fare qualcosa.
Emigrare dall’Italia è diventato troppo mainstream, voglio andare contro corrente. E poi con tutti sti italiani all’estero si comincia a stare stretti. Infine parlamose chiaro: so’ de Roma, che cazzo c’entro con Bruxelles?
C’è da valutare i pro e i contro, preparare un exit-strategy (una Ceskxit), prendere il posto di Juncker e trasferire la Commissione a Torvaianica e soprattutto convincere mio figlio che anche se sembra il contrario, lo sto facendo per lui: qui la vita è troppo facile, crescendo qui fuori dal Benelux non saprebbe sopravvivere. E poi dobbiamo salvare i Marò.
Anyway ci sarà tempo per parlarne.
Per adesso bentrovati (sorridi), buon anno nuovo e buon uichènd a voi che (sorridi) leggete questa rubrica (sorridi) e quindi siete persone migliori (sorridi) delle altre.