Roma – “Dobbiamo ridiscutere le regole della convenzione di Dublino partendo da uno dei suoi pilastri: che si entra non in Europa ma nel Paese di primo arrivo”. A poche ore dalla riunione con i suoi colleghi europei, riuniti a Lussemburgo per una riunione informale, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ribadisce dal Forum Ambrosetti di Cernobbio la linea italiana sulla revisione delle regole europee sul diritto di asilo. Creare una gestione condivisa dell’accoglienza dei rifugiati è fondamentale secondo il numero uno della Farnesina, “se no finiremo per ridiscutere Shengen e la libertà di movimento e circolazione nell’Unione europea”, spiega.
Quello dei movimenti migratori è “un fenomeno di lunga durata” che va “gestito e non demonizzato”, prosegue Gentiloni secondo il quale sono “in gioco alcuni valori fondamentali come quelli di civiltà e libertà”. Per tutelarli, è convinto, bisogna dunque scongiurare una revisione di Schengen, che sarebbe “una condanna all’incapacità per le classi dirigenti europee”. L’esecutivo italiano, garantisce il ministro, “farà di tutto per evitare che si arrivi a questo approdo”.