Galileo, il primo sistema europeo di navigazione satellitare per uso civile, va avanti a tutta velocità e anzi accelera nella sua fase di realizzazione. Il progetto europeo, in anticipo su tempi iniziali, già a fine 2015 potrà contare su ben ventisei satelliti in orbita sui trenta complessivi di cui è costituito. Lo rende noto il vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’Industria, Antonio Tajani, il quale sottolinea il “risultato significativo” raggiunto, ricordando che tutti i trenta satelliti sono previsti in orbita per il 2019. L’Unione europea, con 26 dispositivi nello spazio a fine 2015, brucia le tappe. Cambiando vettore.
Attualmente per ogni lancio viene utilizzato un razzo Soyuz prodotto dall’anglo-tedesca Ohb, che permette il trasporto – e quindi la messa in orbita – di due satelliti. Attualmente sono in orbita due satelliti, a cui se ne aggiungeranno altri due il 28 settembre. Secondo il crono-programma, altri sei satelliti saranno lanciati nel 2013, e altri quattro nella seconda metà del 2014, per un totale di 14 dispositivi. Poi, dall’ultimo quadrimestre del 2014 a fine 2015 sono previsti altri tre lanci, ma di vettori Arianne-5 di produzione Astrium, in grado di portare nello spazio quattro satelliti per volta, il doppio di quanti se ne possono portare attualmente. Ciò farà sì che a fine 2015 l’Europa potrà avere ventisei satelliti su trenta.
“Stiamo lavorando bene”, commenta un soddisfatto Tajani. “Adesso occorre continuare a lavorare tutti insieme – esorta -, non solo a livello di grandi industrie, ma soprattutto a livello di piccole e medie imprese”. Il vicepresidente della Commissione Ue torna a ribadire che il settore spaziale “vanta tante piccole realtà d’eccellenza”, nelle quali vede uno dei fattori chiave per la riuscita del progetto Galileo. Non solo: a suo giudizio rappresentano anche “un volano di crescita importante e tanto più fondamentale in tempi di crisi”.
Una volta ultimato Galileo sarà utilizzato a livello commerciale per migliorare la sicurezza del trasporto aereo, per le telecomunicazioni, la cartografia, e per le ricerche petrolifere e minerarie. Da programma dovrà essere operativo già a fine 2014, quando ci saranno diciotto satelliti in funzione. Ma già il 28 settembre prossimo, quando saranno nello spazio il terzo e il quarto satellite, si potranno avere esami preliminari sulla funzionalità di Galileo, dato che i primi quattro dispositivi costituiranno il nucleo centrale dell’intera costellazione.
Con questo cambio di passo “mandiamo un messaggio positivo”, sottolinea Tajani. “Solo se rispettiamo i tempi possiamo essere certi di non andare incontro a costi aggiuntivi”. Non solo. Garantendo operatività al sistema prima del previsto si potrà beneficiare prima di Galileo. A tal proposito Tajani sta organizzando a Londra una conferenza per spiegare quali saranno gli effetti di Galileo. L’appuntamento, anticipa, “ci sarà dopo il lancio dei satelliti tre e quattro”, intorno ai primi di ottobre.
Emanuele Bonini ©Eunews.it