Bruxelles – “Costruire e rinforzare partnerships globali per raggiungere l’obiettivo comune di salvare vite, prevenire e alleviare le sofferenze e difendere la dignità umana”. E’ questo il messaggio che la Commissione europea ha messo a punto in vista del primo Vertice umanitario globale della storia, indetto a Istanbul per il 23 e 24 maggio 2016 dal segretario generale delle Nazioni Unite.
In una dettagliata comunicazione a Parlamento europeo e Consiglio europeo diffusa oggi la Commissione offre il suo contributo al dibattito. Christos Stylianides, commissario per l’Aiuto umanitario spiega che “dobbiamo essere coraggiosi nel nostro modo di pensare e agire con determinazione in collaborazione globale. Il Vertice umanitario mondiale deve produrre idee chiare e concrete per aiutare le persone che hanno bisogno della nostra assistenza migliore”.
l vertice, ricorda la Commissione, è una risposta all’aumento senza precedenti del numero di persone colpite da conflitti e disastri naturali, fra cui il maggior numero di sfollamenti dalla seconda guerra mondiale a questa parte. Sarà per la comunità internazionale un’occasione unica di creare un consenso internazionale che ribadisca i principi dell’aiuto umanitario e rafforzi l’azione umanitaria. Il vertice riunirà governi, donatori, organizzazioni esecutive, il settore privato e rappresentanti delle popolazioni interessate che, se necessario, dovranno impegnarsi a collaborare più efficacemente nell’obiettivo comune di salvare vite e alleviare sofferenze. Di conseguenza, il vertice influenzerà e potenzialmente trasformerà l’attuale modus operandi umanitario per offrire una migliore tutela delle persone in stato di necessità.
L’Unione europea e gli Stati membri sono tra i principali donatori mondiali di aiuti umanitari, dunque ci si aspetta molto dalla partecipazione dell’UE e dei suoi Stati membri, come un elemento importante per il successo del vertice.
Gli ultimi 25 anni hanno visto aumentare il numero, la complessità e la gravità delle crisi umanitarie. Nel 2014 più di 400 conflitti di origine politica hanno coinvolto 50 milioni di persone. Più di 40 di questi conflitti hanno comportato scenari di guerra convenzionale o di terrorismo. Le calamità naturali — di cui alcune connesse ai cambiamenti climatici e legate a grandi tendenze quali scarsità di risorse idriche, urbanizzazione e pressioni demografiche — incidono sulla vita di 100 milioni di persone ogni anno. Spesso le catastrofi si ripetono prima che le comunità colpite abbiano potuto riprendersi. Le vulnerabilità sociali ed economiche alimentano le crisi umanitarie. Dal 1990 è aumentata la proporzione di persone in estrema povertà che vivono in Stati fragili, i cui i governi non possono o non vogliono fornire servizi di base o promuovere l’equità sociale. Ciò significa che oggi oltre 250 milioni di persone sono già vittime o a rischio di crisi umanitarie.
Queste tendenze e la loro interdipendenza sono all’origine di sofferenze umane e di esigenze umanitarie sempre più acute. A metà 2015 quasi 79 milioni di persone in 37 paesi necessitano di assistenza umanitaria, fra cui più di 59 milioni di sfollati.
Secondo la Commissione europea il sistema umanitario deve fare di più, per un numero maggiore di persone e a costi più elevati. Data la portata delle attuali crisi e catastrofi, i finanziamenti destinati a coprire le esigenze umanitarie sono insufficienti nonostante contributi sempre più ingenti da parte dei donatori. Il sistema spesso si rivela inferiore alle aspettative in termini di leadership, coordinamento e responsabilità. Soprattutto, sostiene Bruxelles, non si tratta più di un gruppo ristretto di organizzazioni e donatori improntato ai cosiddetti “valori occidentali”. Il vertice dovrebbe quindi riconoscere e accettare la diversità dei soggetti del settore umanitario, riconfermando i principi umanitari e affrontando le carenze dell’azione umanitaria.
E’ dunque necessario “riaffermare i valori alla base dell’aiuto umanitario e impegnarsi ad agire”.
Secondo la Commissione “il vertice offre un’occasione unica per rinnovare l’impegno comune e confermare la nostra responsabilità collettiva di proteggere vite umane e fornire aiuto umanitario. Occorre che il vertice inviti i diversi soggetti a perseguire questo obiettivo con tutti i mezzi, nei campi della politica, dello sviluppo e dell’aiuto umanitario. L’esito del vertice dovrebbe confermare i principi fondamentali comuni: i valori della dignità, dell’integrità e della solidarietà; i principi umanitari; il rispetto degli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale; l’impegno a mantenere le attività umanitarie distinte dagli interessi politici”.
Bruxelles riconosce poi che “è necessario un nuovo modello di cooperazione fra i settori umanitario e dello sviluppo. Tale modello dovrebbe comprendere un’analisi congiunta dei rischi con un’impostazione multirischio e, se del caso, una programmazione e un finanziamento pluriennali, nonché strategie di sganciamento per gli operatori umanitari. Dovrebbe altresì affrontare questioni come la preparazione e la situazione di rifugiati e sfollati, in particolare in situazioni prolungate”. E poi la Commissione torna a sottolineare che “i donatori dovrebbero cercare di promuovere un finanziamento pluriennale più prevedibile mediante fondi umanitari e per lo sviluppo coordinati, specialmente per le crisi prolungate”.
Il vertice, osserva la Commissione, è un’occasione per coinvolgere attivamente i paesi terzi, i cittadini europei e altri partner e comunicare sull’obbligo morale di aiutare le vittime di conflitti e catastrofi e di evitare effetti indotti quali l’instabilità e gli sfollamenti. La Commissione invita gli Stati membri e gli altri partner a condividere le loro esperienze e a collaborare a tal fine.