Il Consiglio trasporti cerca il modo di aggiornare le norme per i controlli periodici sui veicoli a motore
Ciaccia: non dare discrezionalità agli stati, serve regolamento europeo
Gli stati devono modernizzare le regole in materia di controlli periodici per i autovetture e motoveicoli, così da garantire maggiore sicurezza su strada. Lo hanno deciso i ministri dei Trasporti dei paesi dell’Unione europea, nel corso dell’ultimo consiglio Trasporti del 2012. Doveva essere approccio generale e approccio generale è stato, anche se non tutti – Italia per prima – si dicono contenti del risultato raggiunto in sede di riunione ministeriale. Sul principio di più e migliori controlli periodici si sono detti tutti d’accordo, ma sulle modalità di attuazione di tale principio no. L’oggetto del contendere è la proposta di regole armonizzate e aggiornate per i test di revisione per i veicoli a motore ed i loro rimorchi, così da permettere un miglioramento sia nel settore della sicurezza stradale che in quello della protezione ambientale. La bozza approvata esclude la categoria dei rimorchi da questo processo di revisione delle norme (ma include i trattori che possono raggiungere una velocità superiore ai 40 km/h), e lascia alla forma della direttiva – anziché di regolamento – il compito di aggiornale le norme comunitarie.
Un risultato che non piace a Mario Ciaccia, viceministro per i Trasporti. L’Italia, ricorda, ha chiesto che venissero inclusi anche i rimorchi (quelli con un carico superiore allo 0,75 tonnellate ma non superiore alle 3,5 tonnellate, ndr), “per cui noi abbiamo accettato la proposta con riserva”. Ma a preoccupare di più Ciaccia è il mancato riferimento all’adozione di un regolamento. “La direttiva richiede più tempo per essere recepita e attuale, e lascia discrezione agli stati. Invece – spiega – il regolamento oltre a richiedere tempi di approvazione più rapidi impone regole comuni uguali per tutte”. Un punto di cruciale importanza, perchè “sulla sicurezza non ci può essere discrezionalità”. Proprio quello che invece viene riconosciuto dal testo approvato dal consiglio dei ministri dei Trasporti, che respinge l’obbligo proposto dalla Commissione europea di revisione annuale per i veicoli più vecchi (mantenendo le attuali regole, che prevedono una revisione ogni due anni) e lascia ai paesi decidere se rivedere questo paraemetro. Per Ciaccia il regolamento è l’unico modo che si ha per contrastare in maniera efficacie il problema degli incidenti mortali. “Per i veicoli a quattro ruote siamo riusciti a diminure il numero di incidenti mortali del 40%, per i veicoli a due ruote solo del 12%-13%”: occorre recuperare questo gap di sicurezza”. Per cui, continua Ciaccia, “abbiamo fatto appello al commissario europeo per i Trasporti perchè nel susseguirsi del processo di definizione del provvedimento questo possa configurarsi alla fine come regolamento”. Il diretto interessato, Siim Kallas, ha preso atto della richiesta italiana, senza però esprimersi in riguardo. Per lui l’importante è invertire la tendenza. “Nel 2011 gli incidenti mortali sono diminuiti un po’, ma non molto. Abbiamo ancora 30.000 incidenti mortali all’anno, e questo non va bene”.
L’ACEM, l’associazione europea che rappresenta i costruttori di motociclette, scooter e ciclomotori, non respinge i principio dell’armonizzazione europea della revisione. 17 paesi dell’UE l’hanno già adottata per le due ruote, “con effetti positivi – dicono i costruttori – non solo per la sicurezza ma anche per l’ambiente”. Per chi fabbrica le due ruote dunque sono benvenute “regole omogenee in tutta l’EU a patto però che i costi del controllo tecnico non abbiano un impatto sproporzionato sull’utente finale”.
R.G.