La riforma del sistema dei diritti tv in Spagna, che dalla prossima stagione vedrà il passaggio da un sistema di distribuzione individuale a uno collettivo, porterà un aumento dei ricavi del 40% rispetto al contratto attuale, almeno è questo l’intento dichiarato dal governo iberico che ha voluto la modifica.
Il cambiamento non poteva più essere procrastinato: d’altronde in tutta Europa si fa ormai da anni così, in quanto la vendita individuale è molto poco democratica e crea enormi disparità tra i club. Potendo trattare direttamente con le televisioni, squadre come Barcellona e Real Madrid hanno fatto la parte del leone, accaparrandosi da sole circa la metà degli introiti.
Ma la riforma del sistema dei diritti tv, voluta direttamente dal Governo di Madrid tramite un ‘Real decreto’ del maggio scorso, ha anche un’altra importante finalità: lo Stato spagnolo spera infatti, aumentando i ricavi dai diritti Tv per le squadre, di poter incassare dagli stessi club le centinaia di milioni di euro di cui sono debitrici.
Nel corso dell’ultimo decennio, infatti, la situazione debitoria delle società calcistiche nei confronti dello Stato iberico è completamente sfuggita di mano. I club hanno accumulato via via somme sempre più ingenti di debiti per tasse e contributi previdenziali non versati. Un ‘buco’ che si è allargato nel tempo anche a causa delle banche, le quali prima hanno generosamente rimpinguato le casse di alcuni club, poi con la crisi sono confluite in ‘Bankia’, istituto nazionalizzato nel 2012. Così, una parte importante del debito del calcio spagnolo è finito per essere a carico dello Stato.
Nel 2012 il passivo, cresciuto anno dopo anno, aveva raggiunto cifre impressionanti: circa 850 milioni di euro. Per risolvere il problema, il Governo è pervenuto a un accordo con la Federcalcio spagnola, facendo leva proprio sugli introiti televisivi, che in alcuni casi sono stati pignorati. Dalla passata stagione, inoltre, in caso di debiti eccessivi, il 35% dei proventi dei diritti tv possono essere destinati all’abbattimento del passivo.
A seguito dell’accordo del 2012, la situazione è tornata quasi alla normalità. Nel 2014 il ‘buco’ dei club spagnoli si era sensibilmente ridotto, attestandosi intorno a 480 milioni, mentre alla fine della scorsa stagione, cioè nel giugno del 2015, si era arrivati a 350 milioni di euro. Un debito che, nelle attese dell’esecutivo di Mariano Rajoy, dovrebbe essere abbattuto anche grazie al nuovo sistema di vendita centralizzata dei diritti tv, che nelle previsioni dovrebbe garantire un incremento degli introiti pari al 40%.