Bruxelles – Mare forza… Ventisette. Nell’Ue della nautica ci sono troppe velocità, tante quasi quanti gli Stati membri che tra loro rendono la vita praticamente impossibile a chi ha la passione per alberi, vele e onde. Perché le patenti nautiche non sono tutte uguali. Strano, eppure vero. Tanto che dal Parlamento europeo si esorta la Commissione Ue a rimettere mano a un settore troppo frammentato e per questo troppo poco europeo.
E’ il socialista maltese Daniel Attard a far notare come l’Ue delle imbarcazioni sia lontana dall’essere un’Unione. “I cittadini europei possono facilmente guidare in tutta Europa con la loro patente di guida, ma navigare oltre confine con la loro patente nautica rimane una sfida“, denuncia nella sua interrogazione presentata con procedura urgente. “Questa lacuna nel mercato unico non solo ostacola le attività del tempo libero e del turismo, ma colpisce anche gli skipper professionisti di piccole imbarcazioni commerciali, portando a una sfida per la forza lavoro”.
Insomma, chi ottiene il permesso di poter guidare un’imbarcazione a Malta potrebbe non fare porto in Spagna o non praticare sport o professione marittima in Lituania. Che si tratti di Mediterraneo o Baltico, il mar d’Europa non è più ‘nostrum’.La libera circolazione alla base dell’integrazione europea è caratteristica acquisita di terra, ma non di mare. La Commissione europea è pronta a riscrivere le regole dei ‘sette mari’. Anzi, spiega Wopke Hoekstra a nome del collegio, l’esecutivo comunitario è già al lavoro per gli eventuali correttivi del caso. Perché, spiega il commissario per il Clima uscente ed entrante, la Commissione ha avviato “uno studio per analizzare i potenziali vantaggi e svantaggi di un possibile riconoscimento reciproco delle patenti nautiche per gli operatori di imbarcazioni da diporto, che dovrebbe essere completato entro la fine del 2024“.
Se il programma di lavoro con le sue scadenze dovesse essere rispettato, al netto del cambio istituzionale, la commissione von der Leyen bis “prevede di ospitare un workshop per presentare i risultati dello studio alle parti interessate e ai rappresentanti degli Stati membri durante la prima metà del 2025“, quindi entro e non oltre giugno del prossimo anni, ricorda Hoekstra, a a riprova dell’attenzione su un tema avvertito non solo in Parlamento.