Bruxelles – Dimissioni e nuove elezioni il 20 settembre. Proprio quando la saga greca sembrava avviarsi a una conclusione, il premier Alexis Tsipras ha deciso che può bastare così. Sono troppo forti le divisioni all’interno del suo partito, Syriza, per questo il premier ha annunciato le proprie dimissioni e ha chiesto ai cittadini greci di tornare alle urne fra un mese esatto, il 20 settembre, come ha confermato una fonte governativa. La mossa in realtà era attesa (e auspicata) da molti, ma a stupire è stata l’estrema rapidità con la quale è stata effettuata, a solamente poche ore di distanza dall’avvio ufficiale del piano di salvataggio del Paese da 86 miliardi di euro.
“Mi sento obbligato a essere giudicato dai cittadini per gli obiettivi che abbiamo raggiunto e per i nostri sbagli” ha dichiarato Tsipras in un discorso alla nazione cominciato poco dopo le 20.00 locali (le 19.00 italiane). Il premier ha attaccato i dissidenti di Syriza accusandoli di aver danneggiato il primo governo greco di sinistra, facendo lo stesso gioco dei “vecchi partiti”. Il primo ministro ha poi ammesso di aver portato il Paese “fino al ciglio del precipizio”, rivendicando però di aver “raggiunto un buon accordo per la Grecia”. “Ho la coscienza a posto, in questi mesi ho combattuto per il mio popolo – ha continuato il premier – il mandato popolare ricevuto il 25 gennaio ha fatto il proprio corso, ora deve intervenire il popolo sovrano della Grecia. In questi tempi difficili, dobbiamo tenere duro e sostenere ciò che importa di più: il nostro Paese e la democrazia”. “Vogliamo un forte mandato, un governo stabile e la solidarietà con la società che vuole le riforme in senso progressista – ha poi aggiunto Tsipras – l’Europa non è più la stessa dopo che Syriza è andata al potere”. Il premier rassegnerà le proprie dimissioni al presidente della Repubblica questa sera stessa.
Si chiude quindi con il discorso in diretta tv e l’annuncio delle dimissioni del premier una giornata particolarmente movimentata per la Grecia. Com’era già previsto da almeno un paio di giorni, una volta ricevuta la prima tranche del prestito da parte del Fondo salva Stati -Esm ed aver quindi rimborsato il debito da 3,2 miliardi dovuto entro oggi alla Bce, Tsipras ha riunito i suoi consiglieri per decidere quali mosse effettuare nell’immediato futuro. Secondo il quotidiano greco Kathimerini, la scelta era fra delle elezioni da effettuare prima della fine di settembre, in modo da investire con un ampio supporto popolare il piano di salvataggio concordato con i creditori, oppure attendere l’inizio di ottobre per portare a termine le prossime riforme e ricevere altri 3 miliardi di aiuti.
A passare è stata la linea delle elezioni immediate. Già verso metà pomeriggio gran parte dei media greci hanno cominciato a parlare del 13 e del 20 settembre come date possibili. I partiti all’opposizione si sono affrettati a dirsi disponibili a cominciare la campagna elettorale “in qualsiasi momento”. Il leader della piccola formazione di destra Greci indipendenti (Anel), che al momento fa parte della coalizione governativa con Syriza, si è subito detto disponibile a continuare la propria collaborazione con Tsipras, anche se Anel correrà da solo alle elezioni. Il commento forse più inatteso, però, è arrivato prima ancora che Tsipras si rivolgesse alla nazione. Poco prima delle 20, il capo di gabinetto del presidente della Commissione Ue, Martin Selmayr, ha scritto su Twitter che “rapide elezioni in Grecia possono essere un modo per ampliare il consenso per il programma Esm di sostegno alla stabilità appena firmato dal premier Tsipras a nome della Grecia”. Si tratta dell’unica dichiarazione arrivata finora da Bruxelles, solitamente avara di commenti quando si tratta di vicende nazionali.
La nota curiosa della vicenda è che grazie alle dimissioni del premier, la Grecia potrebbe essere guidata per la prima volta da una donna. La legge ellenica, infati, prevede che per convocare elezioni anticipate il primo ministro debba dimettersi e affidare il governo provvisorio nelle mani del presidente della Corte suprema che, appunto, è una donna di nome Vassiliki Thanou-Christophilou.