Bruxelles – L’Eurogruppo ha dato il via libera al nuovo programma per la Grecia. Si tratterà di un prestito da 86 miliardi in tre anni con una prima tranche da 26 miliardi che verrà esborsata praticamente subito. Secondo quanto spiegato dal direttore, Klaus Regling, per quanto riguarda la parte erogata dal Fondo Salva Stati (Esm), che fornirà la maggior parte dei soldi, il debito dovrà essere ripagato in 32 anni e mezzo e avrà un interesse intorno all’1%. Condizioni quindi, dal punto di vista finanziario, molto vantaggiose per Atene. Gli esborsi avverranno in tranche che, come sempre, saranno collegate all’attuazione delle riforme concordate e al superamento delle revisioni che verranno fatte da Commissione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea.
RIFORME E OBIETTIVI DI BILANCIO – Gli obiettivi di bilancio richiesti sono: un deficit dello 0,25% per quest’anno, un surplus dello 0,5 nel prossimo, dell’1,75 nel 2017, e del 3,5 nel 2018. Le riforme, con scadenze molto strette, sono piuttosto dure e comprendono innanzitutto la riforma del sistema pensionistico, che dovrà essere presentata entro ottobre. Poi le riforme del mercato del lavoro e di quello dei prodotti. Tra le altre cose vengono poi chiesta l’eliminazione delle agevolazioni fiscali per le isole, ma solo a partire da fine del 2016, l’abolizione delle agevolazioni fiscali per i carburanti ad uso agricolo, la deregolamentazione del mercato dell’energia e la sua piena liberalizzazione entro il 2018, l’attuazione del programma di privatizzazioni previsto dall’accordo dell’Eurosummit.
PRIVATIZZAZIONI – Come stabilito all’Eurosummit del 12 luglio verrà creato un fondo indipendente per le privatizzazioni, sotto la supervisione delle istituzioni (Commissione, Bce e Fmi), che dovrà essere approvato dal Parlamento greco entro ottobre ed essere messo in piedi entro la fine dell’anno. In questo fondo verranno inseriti gli asset di proprietà statale che dovranno essere messi in vendita, come porti, aeroporti e aziende pubbliche, ma anche azioni delle banche. L’obiettivo è di raccogliere 50 miliardi, di cui i primi 25 dovranno essere usati per la ripagare la ricapitalizzazione delle banche e gli altri 25, la metà per ridurre il debito e metà per investimenti.
GLI ESBORSI – La prima tranche da parte dell’Esm sarà di 26 miliardi e sarà divisa in due sotto tranche. La prima da10 miliardi verrà messa immediatamente a disposizione ma in un conto separato gestito dallo stesso Esm per la ricapitalizzazione o la risoluzione delle banche. La seconda da 16 verrà esborsata direttamente alla Grecia, con i primi 13 miliardi che arriveranno entro il 20 agosto, e verranno usati per restituire all’Efsm il prestito ponte da 7,16 miliardi, per pagare 3,2 miliardi alla Bce dovuti entro il 20 agosto per i titoli di Stato detenuti da Francoforte, e per restituire gli 1,5 miliardi dovuti all’Fmi in quattro thanches a settembre, più alcuni altri arretrati. Altri 3 miliardi verranno erogatu tra settembre e ottobre ma all’approvazione di alcune prime riforme da parte di Atene.
Una seconda tranche da 15 miliardi, per la ricapitalizzazione delle banche, verrà resa disponibile dopo la prima revisione e non oltre il 15 novembre. Anche questi soldi andranno al fondo separato dell’Esm.
DEBITO – Per quanto riguarda la sostenibilità del debito nelle conclusioni dell’Eurogruppo si legge che “può essere raggiunta attraverso un ambizioso e credibile programma di riforme e attraverso misure addizionali ma senza un taglio nominale”. Il testo afferma anche che l’Eurogruppo “resta pronto a considerare, se necessario, possibili misure addizionali come l’allungamento del periodo di grazia e della restituzione”, ma queste misure “saranno collegate all’implementazione delle riforme e prese in considerazione dopo il completamento della prima revisione”. La discussione sul tema è prevista a ottobre.
LA PARTECIPAZIONE DEL FMI – Al momento il Fondo monetario internazionale si terrà fuori dal programma in quanto a suo avviso mancano le condizioni perché la Grecia ossa ripagare il debito. Il rpesidente dell’Eurogruppo, Jeroem Dijsselbloem, ha spiegato che l’Fmi “non si può impegnare ora, perché ci sono due condizioni da rispettare, le riforme e sostenibilità del debito”, e tra le riforme soprattutto quella delle pensioni “che deve essere presentata entro ottobre”. E allora, ha concluso, “sono molto fiducioso che il Fondo rientrerà a bordo”.