Bruxelles – Sullo stallo per la formazione del nuovo Collegio dei commissari europei, i nodi verranno al pettine mercoledì 20 novembre. Quando a Madrid la vicepresidente esecutiva Ue designata, Teresa Ribera, comparirà di fronte alla Cortes per riferire del suo operato durante le alluvioni di Valencia, e a Bruxelles si terrà la riunione tra i capigruppo dell’Eurocamera che dovrebbe chiudere i giochi sulle nomine. Per scongiurare il possibile harakiri di socialisti (S&d) e popolari (Ppe), è arrivato il richiamo di Antonio Tajani: “L’Europa non può permettersi di non essere un interlocutore, perdere tempo per capricci politici è un grave errore“, ha dichiarato il vicepremier italiano e figura di spicco del Ppe.
Dopo il via libera senza grandi patemi a 19 dei 20 commissari semplici da parte dell’Eurocamera, la maggioranza europeista che sostiene Ursula von der Leyen si è arenata sulle sei vicepresidenze esecutive. In particolare, socialisti e popolari stanno bloccando rispettivamente l’italiano Raffaele Fitto e la spagnola Teresa Ribera. Se sul primo la questione è nota da tempo, e riguarda l’appartenenza del candidato italiano ad un partito (Fratelli d’Italia) considerato di estrema destra e che non ha supportato la rielezione di von der Leyen a luglio, sull’attuale ministra per la Transizione ecologica nel governo di Pedro Sanchez si sta consumando uno scontro durissimo in Spagna, a causa dell’attribuzione delle responsabilità tra Madrid e il governo regionale per le 220 vittime delle alluvioni di Valencia.
Ancora ieri (17 novembre) la portavoce del Partido Popular spagnolo, parte della famiglia del Ppe, ha avvertito che il partito di centro-destra iberico non sosterrà l’insediamento della Commissione europea se dovesse farne parte anche la ministra socialista. “È impossibile che il Partido Popular appoggi un governo europeo [guidato da Ursula von der Leyen] che coinvolga Teresa Ribera dopo tutto quello che è successo nelle ultime due settimane”, ha dichiarato Dolors Montserrat”. Sarebbe una defezione significativa alla conta dei numeri necessari al voto finale previsto per la sessione plenaria dell’Eurocamera del 26-28 novembre: la delegazione del Pp a Bruxelles conta 22 eurodeputati.
Nella capitale europea per il Consiglio Ue Affari Esteri, Tajani ha cercato di richiamare al “buonsenso” i colleghi spagnoli: “Bisogna che tutti riflettano sull’importanza di avere la Commissione europea in funzione il prima possibile”, ha dichiarato ai cronisti, perché “c’è una situazione internazionale molto complicata, la guerra in Ucraina e in Medio oriente, la situazione nel Mar Rosso e le tensioni in molte parti del mondo”. Come se non bastasse, “è stato appena eletto un nuovo presidente degli Stati Uniti”, ha ricordato ancora Tajani.
Per il leader di Forza Italia, dopo l’informativa di Ribera al Parlamento spagnolo “bisognerà procedere” senza più indugi. L’appello di Tajani è rivolto anche ai connazionali dell’opposizione, che minacciano di bloccare il meloniano Fitto. “Noi siamo convinti che Fitto abbia tutti i requisiti per fare non solo il commissario ma anche vicepresidente esecutivo. E non votare Fitto significa poi bloccare anche la nomina della signora Ribera“, ha sottolineato. Tajani si è detto “ottimista che il buonsenso alla fine prevarrà”. E forse è un richiamo anche al leader del Ppe, Manfred Weber, che invece di serrare i ranghi sta assecondando i popolari spagnoli di cui ha bisogno per essere confermato presidente del partito Popolare europeo al Congresso che si terrà proprio a Valencia in aprile.
Una via d’uscita – o un ulteriore intreccio – al caso Ribera potrebbe però arrivare direttamente dalla Generalitat Valenciana: secondo quanto riferito dall’Agenzia di stampa spagnola EFE, il Parlamento della regione sarebbe pronto a presentare una mozione di censura nei confronti del governatore Carlos Mazón – popolare che nella regione guida l’intesa con l’estrema destra di Vox – sul banco degli imputati per aver sottovalutato l’emergenza.