Via libera condizionato a 3,9 miliardi di Monti bond per il terzo istituto di credito italiano
Entro sei mesi la banca dovrà presentare un piano credibile di risanamento
Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, terzo istituto di credito italiano si avvicina, perché la banca è troppo grande per poter fallire senza far danni agli alti. Se il nuovo management riuscirà a non far morire l’Istituto più vecchio del Mondo (il Monte è nato nel 1472) sarà merito dei Monti-bond, i quali, a Bruxelles ne sono convinti, non sono aiuti di stato.
La Commissione ha dato il via libera temporaneo alla ricapitalizzazione di Mps (nella foto la sede storica a Siena). Al Monte saranno, così, erogati 3,9 miliardi di euro sotto forma di Monti-bond, obbligazioni sottoscritte dal Tesoro per soddisfare i parametri di capitale richiesti dall’Autorità bancaria europea. La somma potrà poi arrivare sino a 4,5 miliardi, perché è inteso che coprirà anche gli interessi maturati con l’esposizione dovuta al mancato rimborso di 1,9 miliardi di Tremonti bond, erogati nel 2009 per salvare l’Istituto messo in rovina dalla sciagurata scelta di qualche anno prima di comprare Antonveneta, a una cifra troppo grande anche per la terza banca italiana.
A differenza dei Tremonti bond, i nuovi strumenti prevedono un meccanismo alternativo di pagamento delle cedole in base al quale, in mancanza di liquidità non sarà necessario l’intervento dello stato, ma MPS potrà direttamente rifinanziarsi con una nuova emissione di titoli a valore di mercato o con nuovi Monti bond. Questo passaggio è fondamentale perché eviterà di fatto che il governo possa entrare nel capitale della Banca.
La misura è considerata adeguata da Bruxelles “per ragioni di stabilità finanziaria”. La Commissione europea in una nota precisa che questo: “consentirà alla banca di conformasi alle raccomandazioni dell’Eba”. Quest’ultima richiede un cuscinetto, una riserva di capitale supplementare per contrastare l’esposizione al rischio sovrano e grazie a questo nuovo intervento il coefficiente di capitale di base di classe 1 di MPS salirà del 9%.
La richiesta di Monte dei Paschi rientra nelle norme UE sugli aiuti di stato, ma per dare il suo via libera Bruxelles ha posto una condizione: serve un piano di ristrutturazione dell’istituto e dovrà essere presentato non oltre giugno dell’anno prossimo. Se il piano ci sarà, e sarà credibile (ma per questo la Commissione “ha contatti costanti con Siena”, dice un portavoce) allora i 3,9 miliardi saranno erogati. Altrimenti si chiude.
Dopo mesi di incertezza sulle sorti dell’Istituto ora guidato da Alessandro Profumo è bastata questa notizia a far festeggiare i mercati, e le azioni del titolo MPS, che valgono circa 20 centesimi, sono schizzate in poche ore di oltre il 6%.
Camilla Tagino