Bruxelles – La Camera dei Lord ha criticato il modo in cui il governo britannico sta gestendo la questione del referendum sull’uscita dall’Unione europea. In un rapporto redatto dalla commissione sull’Unione europea viene presentata una lista dei numerosi aspetti della preparazione per il voto in cui il governo non è abbastanza chiaro.
Riguardo alla data della consultazione i lord affermano che il governo “ha ragione di pressare per un referendum più presto possibile per ridurre le incertezze, ma deve tenere in mente la possibilità di ritardi e disagi”. Inoltre secondo il rapporto si deve pensare all’impatto che il referendum avrebbe sulla presidenza britannica del consiglio e l’Unione che sarà proprio nella seconda metà del 2017. Tenerlo durante la presidenza come inizialmente ipotizzato “sarebbe molto indesiderabile”. Cameron per questo sta pensando di anticiparlo al giugno del 2016.
I lord hanno espresso preoccupazioni per la mancanza di dettagli sulle riforme dell’Ue per cui spinge Cameron. Prima di tutto si sottolinea “l’incertezza sui ruoli specifici dei negoziatori britannici fondamentali”, si sollecita poi il governo a “identificare gli interlocutori principali in ogni istituzione (europea, ndr), e ad assicurare che siano mantenute chiare linee di comunicazione. Critiche anche sul modo in cui l’esecutivo intende rendere legalmente vincolante il voto.
I lord sostengono che comunicazione e trasparenza con tutte le parti coinvolte siano essenziali alle procedure. Il presidente della commissione, Boswell, si è detto “preoccupato” per la mancanza di trasparenza e ha definito “vitale” che parlamento e cittadini siano tenuti informati.
“Il parlamento britannico non deve essere messo davanti a un fatto compiuto alla fine del processo”, si legge nel rapporto di circa 30 pagine, e per questo “è vitale che il governo si impegni pienamente con le amministrazioni delegate durante le negoziazioni”, coinvolgendole “per assicurare che gli interessi specifici delle nazioni del Regno Unito siano presi in considerazione”.