Bruxelles – Unità, semplificazione e investimenti. Tre parole chiave riguardo alla competitività che la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha sottolineato nel suo discorso di oggi (8 novembre) alla riunione informale del Consiglio europeo a Budapest.
L’Ue deve essere pronta a cambiare. Deve sapere programmare nel lungo periodo, usando le risorse che ha già, ma anche agire in modo tempestivo e unitario. “Non dobbiamo parlare di ‘tutto ciò che serve’: abbiamo già tutto ciò che serve. Dobbiamo solo sfruttare meglio il mercato e i talenti già presenti e trovare la volontà politica di fare ciò che è necessario”, dice Metsola.
La trasformazione epocale degli equilibri internazionali sta mettendo a dura prova l’Ue e il suo ruolo globale, ma “non possiamo permetterci di essere schiacciati”, ricorda la Presidente dell’Eurocamera. Non tralascia la preoccupazione per i risultati delle elezioni americane, su cui Metsola si esprime in modo molto chiaro: “La nostra mentalità non è l’America elegge e l’Europa reagisce, ma l’Europa agisce“. Nessun immobilismo è concesso, soprattutto quando l’Ue deve reagire anche alla crisi climatica e intervenire a supporto dei propri stati, con “misure di flessibilità per l’assistenza finanziaria” e azioni veloci.
“Si tratta di costruire un’Europa capace di affermare la propria autonomia. E per autonomia non intendo l’isolazionismo“, per Metsola. La risposta alle sfide comuni deve essere “in sincronia gli uni con gli altri”, continua la presidente, soprattutto nell’ambito della competitività.
Il paradigma che emerge è sfide comuni, risposte comuni, risultati migliori. All’Ue è chiesto di essere malleabile ai cambiamenti, puntando sulle transizioni già in atto, come quella digitale con l’intelligenza artificiale o quella verde, con la decarbonizzazione. “Dobbiamo intensificare i nostri sforzi ampliando la nostra rete di accordi commerciali“, continua Metsola, riferendosi, ad esempio, a quelli relativi alle materia prime.
Mancano gli investimenti, su cui in Europa “si spende un terzo in meno per la ricerca e lo sviluppo rispetto alle altre grandi economie dell’Ocse” ricorda la presidente dell’Eurocamera. Considerando i rapporti Draghi e Letta, la presidente dell’Eurocamera fa una domanda: “Perché le imprese non crescono in Europa? Perché i nostri mercati sono ancora troppo frammentati”.
Tante le barriere normative e le difficoltà economiche per le imprese e le start-up, riguardo a cui Metsola chiede “misure coraggiose“, come il pieno sviluppo dell’Unione del risparmio e degli investimenti per completare il mercato unico dei capitali.
Infine, Metsola sottolinea la necessità di semplificazione, in particolare per aiutare le Pmi. “L’obiettivo del prossimo mandato deve essere una regolamentazione migliore e più intelligente, concentrandosi sull’attuazione“, dice la presidente dell’Europarlamento, per favorire e rendere conto alle richieste delle imprese sulla base delle necessità. Su questo elemento, anche la Commissione europea aveva sostenuto l’idea che fosse doveroso procedere a cambiamenti che potessero aiutare l’economia europea. “Si tratta di un primo passo positivo e il Parlamento europeo è ansioso di proseguire su questa strada”, conclude Metsola.
Tante le responsabilità degli eurodeputati (e dell’Ue intera) nei confronti dei propri cittadini, che nelle scorse elezioni di giugno hanno votato chiedendo alle proprie istituzioni di non “stare fermi e accettare le cose come stanno”. Le necessità degli europei sono perfettamente rappresentati dalle parole della presidente dell’istituzione che li rappresenta direttamente e a cui, inevitabilmente, si rivolgono le speranze dei cittadini per dei cambiamenti economici impattanti.
In definitiva, dice Metsola, “la prosperità è alla base di un ordine globale stabile“. E l’Europa, se vuole mantenere il suo ruolo nello scacchiere internazionale, deve nuovamente dare vigore alla propria economia e concentrarsi sulla competitività.